“Manca la volontà del mondo della politica di voler affrontare il tema giustizia e quello della congestione del sistema sanzionatorio con oltre nove milioni di processi in sospeso e con un sistema carcerario da sempre fuori da ogni limite di civiltà sia per numeri di detenuti ospitati, 68mila a fronte di 43mila previsti, sia per l’assoluta inciviltà con la quale vengono ospitati”. Sono le ragioni che hanno indotto il consigliere nazionale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe), Aldo Di Giacomo, ad avviare un nuovo sciopero della fame dopo quello attuato nei mesi scorsi. Il sindacalista denuncia anche “spazi non sufficienti, scarsa salubrità di quelli detentivi, mancanza di operatori penitenziari, educatori, psicologi, poliziotti e medici”.

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