I sospetti sembrano trasformarsi in certezza: a capo dell’Uoc di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso arriva la dottoressa Patrizia De Palma. Il suo nome pare sia “magicamente” comparso nel sistema operativo in uso alla Asrem dove è inserito l’elenco del personale in servizio, turni, competenze, spettanze, etc. E così mentre da una parte tutto il personale del reparto sta cercando di ottenere la permanenza a capo della struttura del prof De Santis, l’Azienda sanitaria regionale – probabilmente sarà anche un atto dovuto – si sta preparando a riannoverare tra le sue fila l’ex primario del San Timoteo di Termoli, sospesa dal servizio per le note vicende dell’inchiesta Black Hole e poi reintegrata dal giudice del lavoro (anche se materialmente la De Palma non è mai tornata in una corsia d’ospedale). Il ritorno della De Palma, che probabilmente ha tutto il diritto di ricoprire quel ruolo, ha mandato in poche ore in tilt il personale del reparto di Ginecologia del Cardarelli. E la notizia pare non abbia lasciato indenni nemmeno neo mamme, partorienti e familiari. Sull’inchiesta Black Hole sono stati spesi fiumi d’inchiostro. Sono stati portati a conoscenza dell’opinione pubblica fatti e circostanze, che per quanto non siano ancora approdati davanti ad un giudice, hanno condizionato – nel bene o nel male – l’opinione pubblica. Patrizia De Palma in seguito alle indagini dei carabinieri di Termoli ha trascorso anche un periodo in carcere, suo marito Remo Di Giandomenico, all’epoca dei fatti deputato dell’Udc, evitò invece la cella grazie all’immunità parlamentare. Tra le accuse mosse alla dottoressa c’era quella di aver praticato aborti clandestini. Insomma, una situazione molto delicata che potrebbe davvero creare più di qualche malcontento all’interno del reparto dove la donna sarebbe stata destinata, attualmente diretto dal prof Marco De Santis la cui permanenza a Campobasso sembra essere sempre più che mai in bilico e in favore del quale si sono schierate migliaia di persone che in questi giorni hanno sottoscritto una petizione. Petizione che domattina i colleghi di De Santis porteranno ai dirigenti dell’Asrem Percopo e Paglione, all’assessorato alla Sanità ‘retto’ dal commissario Filippo Basso e alla presidenza della giunta regionale. In democrazia i numeri hanno sempre ragione e quelli della sottoscrizione in favore del primario si commentano da soli: in circa 10 giorni sono state raccolte 4.500 firme. Ma a proposito di numeri c’è un altro aspetto che dal reparto di contrada Tappino intendono chiarire, ed è quello relativo al compenso erogato al prof De Santis: 10.500 euro al mese. Si tratta di una somma lorda, quindi alla quale vanno decurtate le ritenute come per legge ed è la medesima che percepisce ogni altro primario in servizio presso la Asrem: non un centesimo in più, né in meno. Adesso bisogna capire quale effetto avrà la petizioni sulle decisioni da assumere in merito alla permanenza del primario. I medici che con De Santis collaborano hanno sottoscritto qualche giorno prima di Natale una nota trasmessa sempre ai vertici dell’Asrem e al commissario alla Sanità in cui erano messi in evidenza due aspetti: i risultati clinici ottenuti (tra questi la diminuzione a picco dei parti cesarei e l’aumento vertiginoso dei ricoveri, tra cui molti da fuori regione) e l’affiatamento raggiunto da tutta l’equipe (è ovvio che il primo dato è diretta conseguenza del secondo). La lettera in calce recava nomi e cognomi di tutto il personale in servizio, fatta eccezione di due medici che evidentemente hanno avuto i loro buoni motivi per non sottoscriverla. Anche in questo caso, almeno per una ragione di opportunità, andrebbe valutata – e forse anche ascoltata – la volontà di chi in quel reparto che è ormai fiore all’occhiello della sanità molisana opera giorno e notte (ovvero infermieri e medici tranne due). A loro vanno assicurate le condizioni migliori, tecniche, logistiche e ambientali, per continuare sulla strada che sta consentendo ad un settore della sanità molisana (lo dicono i numeri) di farsi largo anche oltre i confini della regione. “Chiediamo solo di poter lavorare con la serenità che grazie al prof De Santis abbiamo ritrovato – dicono dalla sua équipe -. Il resto, le beghe politiche, i giochi di potere, le spinte che arrivano dall’alto non ci interessano. E – ammoniscono – a nessuno venga in mente di utilizzare questa situazione per meri interessi di propaganda elettorale. Di noi meno si parla meglio è: devono parlare i numeri e in questo qualcuno provi a smentirci. Le donne che affrontano il parto o che vengono da noi per qualsiasi altra patologia, devono prima di ogni cosa trovare un ambiente sereno che consenta loro altrettanta serenità. Devono sentirsi sicure perché certe di essersi affidate a mani sicure ed esperte. Questa è la sanità di cui il Molise ha bisogno. Il resto è chiacchiericcio di basso macello che non può appartenere a chi dedica la sua vita a quella degli altri”