“Dall’esito delle consultazioni elettorali emerge un dato evidente: tutti i vecchi sistemi di rappresentanza politica, sindacale, imprenditoriale devono prendere atto di essere di fronte ad un bivio: scomparire o ricreare un rapporto diretto con la propria base”. È il commento di Angelo Santoro, presidente dell’Acem e vicepresidente nazionale dell’Aniem – Associazione nazionale pmi edili manifatturiere a cui l’Acem aderisce – ai risultati delle recenti elezioni.
“Dobbiamo rimettere al centro delle attività i problemi e le possibili soluzioni, riformare dalle fondamenta schemi e metodi che sembravano intoccabili, riappropriarci di un linguaggio comprensibile e credibile, tornare nella società reale, abbandonando contesti chiusi e autoreferenziali. Se non si percepisce questa drammatica emergenza, l’intero sistema economico rischia di essere travolto in brevissimo tempo dallo stesso tsunami che ha investito la politica” – continua Santoro.
Secondo l’associazione degli edili molisani, è con un nuovo approccio che si devono affrontare i temi del rilancio della produttività e dell’occupazione, a iniziare da una riflessione seria sul costo del lavoro che vede l’Italia paradossalmente tra i sistemi più onerosi e penalizzanti, ma con i livelli retributivi tra i più bassi in Europa.
È quindi il caso di rivedere schemi che sembravano inattaccabili fino a qualche tempo fa: è arrivato il momento di ripensare a un nuovo modello di relazioni industriali e, conclude Santoro, “liberare risorse che possono essere messe a disposizione sia delle imprese e sia dei lavoratori, a prescindere da strumenti, come quelli della bilateralità, che hanno perso di vista i reali obiettivi per i quali sono nati”.