“La richiesta del pm è assolutamente insoddisfacente”. Inizia così lo sfogo su Facebook di Livio Cancelliere, il fratello di Stefania, la 39enne isernina uccisa dall’ex marito. Oggi si è tenuta l’udienza nella quale l’accusa ha presentato la sua richiesta di pena: 30 anni, scontati a 20 grazie al rito abbreviato. “Ha concesso, senza motivare sul punto, le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti. Evidentemente il P.M. non ha letto le carte o le ha lette male. Come si giustificano le attenuanti generiche equivalenti? Anche uno studente di primo anno sa che l’incensuratezza, cioè l’assenza di precedenti condanna,”non può essere per ciò solo posta a fondamento della concessione delle circostanze generiche” (articolo 62 bis del codice penale).Speriamo che il Giudice commini all’assassino una pena adeguata alla mostruosa gravità del fatto”.
E poi c’è la questione del risarcimento: “Preliminarmente, i legali dell’assassino hanno chiesto un rinvio per risarcire i genitori e i fratelli di Stefania: abbiamo rifiutato l’offerta chiedendo di procedere oltre. E così si è disposto”.
La speranza della famiglia, adesso, è legata alla decisione del giudice, fissata per il prossimo 15 aprile: “Speriamo che il giudice commini all’assassino una pena adeguata alla mostruosa gravità del fatto”.