Concessioni balneari, la novità delle ultime ore è quella resa nota dal portale specializzato “Mondo balneare” e riguarda una risposta formale dell’Ue.
«La reiterata proroga delle concessioni balneari prevista dalle leggi italiane, che si limitano a riprodurre le disposizioni già dichiarate in contrasto con l’ordinamento giuridico dell’Ue dalla Corte di giustizia dell’Unione europea nel 2016, compromette gravemente la certezza del diritto e non è più sostenibile, soprattutto in un settore così importante per l’economia italiana». Lo ha affermato il commissario europeo al mercato interno Thierry Breton, rispondendo a un’interrogazione dell’europarlamentare Rosanna Conte (Lega). «Imponendo un quadro giuridico contrario al diritto dell’Ue, le concessioni prorogate dalla normativa italiana sono costantemente a rischio di impugnazione, con la conseguenza che gli attuali concessionari non possono fare affidamento sulla validità dei titoli concessori. Ciò è stato confermato, da ultimo, dal Consiglio di Stato italiano (sentenze n. 17/ 2021 e n. 18/2021)», prosegue il commissario europeo. «L’attuale quadro giuridico italiano (proroga automatica e generalizzata delle concessioni demaniali in essere) impedisce inoltre una valutazione caso per caso di ciascuna situazione e la tutela degli investimenti degli attuali concessionari, ove ciò sia giustificato. La direttiva sui servizi riconosce l’interesse dei titolari delle autorizzazioni a vedersi garantiti l’ammortamento degli investimenti e la remunerazione equa dei capitali investiti. È pertanto della massima importanza che l’Italia proceda quanto prima a una riforma adeguata della propria regolamentazione. Solo questo consentirà a tutti gli operatori in Italia, comprese le numerose piccole e medie imprese del settore, di svolgere le attività e di pianificare gli investimenti senza l’incertezza e i rischi di lunghi contenziosi, garantendo nel contempo la tutela degli interessi dei consumatori e delle autorità pubbliche».
La risposta del commissario Breton è stata pubblicata lo scorso 11 aprile in risposta a un’interrogazione dell’europarlamentare Conte presentata il 15 febbraio 2022, in concomitanza con la presentazione dell’emendamento del governo Draghi al ddl concorrenza che ha proposto una riforma delle concessioni balneari introducendo le gare pubbliche a partire dal 2023 con alcuni meccanismi di premialità per i precedenti titolari, su cui Bruxelles aveva espresso perplessità. Nella sua interrogazione, la Conte chiedeva alla Commissione Ue di «far sapere se intende prevedere un meccanismo che possa andare incontro agli attuali concessionari, tenendo conto del know-how gestionale, degli investimenti fatti finora e del valore commerciale delle aziende» e «se conviene sulla necessità di tutelare le attività di piccoli e medi imprenditori italiani che corrono il rischio di scomparire a causa di potenziali investimenti e interessi extra-europei».
Intanto, nell’ampio dibattito sulle concessioni demaniali marittime, il Sib-Confcommercio sottolinea le risultanze del convegno giuridico organizzato dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati in collaborazione con l’amministrazione comunale di Corigliano Rossano. «Ancora un’occasione per evidenziare le criticità ed incongruenze delle sentenze gemelle dell’Adunanza Plenaria, che il nostro Sindacato ha impugnato dinanzi la Suprema Corte di Cassazione, e la doverosità di tutelare i diritti dei concessionari balneari italiani che hanno confidato nelle leggi dello Stato. Una soluzione ragionevole e conforme al diritto dell’Unione è ancora possibile. Il Governo si attivi con urgenza a sostegno di un settore strategico per l’economia del nostro Paese da troppo tempo ingiustamente precarizzato, vilipeso e bistrattato».