Due comunità alloggio per anziani e una sede di guardia medica, quella di Montefalcone nel Sannio, chiuse per gravi carenze strutturali. 130 ispezioni durante le quali sono state riscontrate 61 non conformità, sanzioni amministrative per un valore di 18mila euro e 31 persone segnalate alle autorità amministrative del territorio.
È il bilancio dell’azione di controllo portata avanti dal Nucleo antisofisticazione e sanità di Campobasso, che ha competenza su tutto il territorio regionale, finalizzata alla tutela della salute pubblica (in particolare per quanto riguarda i settori della sicurezza alimentare e dell’assistenza delle persone fragili). I militari al comando del luogotenente Mario Di Vito hanno effettuato verifiche, in particolare, nei luoghi che d’estate possono presentare maggiori criticità perché aumenta l’afflusso di persone. Quindi, stabilimenti balneari, punti di ristoro autostradali o localizzati su grandi vie di comunicazione, agriturismi, gelaterie, strutture socio-assistenziali.
Nel corso delle attività ispettive sono stati sequestrati anche 60 chilogrammi di alimenti perché privi di documentazione relativa alla tracciabilità. Le violazioni più ricorrenti nel settore della sicurezza alimentare riguardano proprio il rispetto delle norme sulla tracciabilità degli alimenti detenuti per la somministrazione, la carenza dei requisiti igienico-sanitari e strutturali, la corretta applicazione delle procedure di autocontrollo (Haccp) e le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Inoltre, segnala la nota dell’Arma, il valore delle infrastrutture destinatarie di provvedimento di chiusura – due case di riposo del Molise centrale e la guardia medica di Montefalcone – è pari a 380mila euro.
Per quanto riguarda la sede della continuità assistenziale, il dg dell’Asrem Oreste Florenzano ha spiegato che «a seguito dei rilievi effettuati dal Nas si è proceduto all’individuazione di un’allocazione alternativa. Sono stati fatti una serie di sopralluoghi ai quali ha partecipato anche il direttore del distretto di Termoli che si sono conclusi con il trasferimento della sede presso altri locali, sempre di proprietà comunale, in via Petti. I nuovi locali sono stati ritenuti assolutamente idonei e, con decorrenza 1° agosto, la postazione è stata regolarmente riattivata». Il manager ha anche riferito che è stata l’azienda sanitaria, «attraverso una prescrizione e dopo alcuni rilievi effettuati», ad aver chiesto al Comune di chiudere la struttura e di trovarne un’altra più idonea, che «la notizia risale a qualche tempo fa» e «non riguarda in maniera diretta la nostra azienda».