Il prezzo del gas ha raggiunto un nuovo massimo: 262 euro al megawattora. Il costo medio della corrente elettrica, al 24 agosto, è pari a 637 euro. L’emergenza energetica è la vera emergenza del Paese.
La tornata elettorale che porterà al rinnovo del Parlamento il 25 settembre impedisce al governo Draghi, dimissionario, di mettere in campo altre misure per attutire le ricadute del caro bollette sulle aziende e sui lavoratori. Palazzo Chigi sta comunque valutando l’inserimento di un dossier “cassa integrazione” nell’ambito dei cosiddetti “affari correnti” su cui l’esecutivo è competente. Perché il paradosso, se vogliamo chiamarlo così, è questo: anche le realtà più strutturate, aziende che si sono difese bene durante l’emergenza pandemica, lavorando con rigore e rispettando le limitazioni, e hanno poi investito molto sulla ripresa raccogliendone i frutti si trovano oggi di fronte a una scelta: continuare con il ritmo veloce e ordinario di questi mesi con il rischio però di dover sacrificare gran parte dei ricavi per pagare i costi dell’energia oppure rallentare per qualche mese e reggere meglio l’urto che a lungo andare diventerebbe dannoso anche per il destino dei dipendenti? In questo secondo caso, ci sarà un’esplosione nel ricorso agli ammortizzatori (da gennaio a luglio la cassa straordinaria prevista per le difficoltà strutturali è già schizzata a +45,65% rispetto allo stesso periodo del 2021) , con tutto ciò che ne consegue in termini di ricadute sui consumi e sul reddito delle famiglie. Un’eventualità ben presente, evidentemente, nella vera agenda di Draghi.
Il Sole 24 Ore sta dedicando in questi giorni ampio spazio all’impatto del caro energia sulle imprese. Nel dossier pubblicato ieri una delle testimonianze più rilevanti è quella della Fonte del Benessere Resort di Castelpetroso. I costi sostenuti dalla struttura solo per il gas sono ormai vicini al 35% dei ricavi. Il direttore Denny Berardinelli ha spiegato al quotidiano di Confindustria che la bolletta della luce di luglio è l’ultima in cui il resort usufruirà di un cosiddetto “addendum” che prevedeva un prezzo bloccato dell’energia. Ma l’aumento è certificato. Basta raffrontare, come ha fatto il giornale, il totale della bolletta di luglio 2021 (8.435 euro) con quella di luglio 2022 (30.503 euro). Senza dimenticare il costo del gas. «Se dovessero persistere le condizioni di prezzo attuali saremmo inevitabilmente costretti ad anticipare la chiusura stagionale prevista per il 9 gennaio al 30 settembre – così Berardinelli al Sole – Ci ritroveremmo infatti a dover pagare, a parità di metri cubi consumati, importi vicini ai 65mila euro per la sola materia prima (imposte e tasse escluse) contro i 5.346 del 2019. Simili somme rappresentano una percentuale vicina al 35% dei ricavi».
La Fonte del Benessere nei mesi post pandemia ha rappresentato un riferimento sicuro per la ripresa della fragile economia del territorio molisano, su cui la famiglia Ricci continua a scommettere con passione ed instancabile forza. Ora, come tante altre realtà solide del Paese, si trova a fronteggiare lo shock energetico. Per il presidente di Confindustria Bonomi, è giunto il momento che politica e governo ascoltino le istanze del mondo produttivo e agiscano subito.

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