Per i suoi collaboratori è una sorta di “mostro sacro”. Giulio Sansone è il direttore generale del gruppo “Mondotondo villaggi e vacanze”. Tre hotel, uno in Basilicata, uno in Puglia e uno in Trentino; un villaggio in Basilicata; un residence in Sicilia.
Moglie e figli vivono a Campobasso; la mamma e il papà (Luigi, conosciuto per essere il presidente della Banca popolare delle province molisane) a Sant’Angelo Limosano.
A Sant’Angelo Giulio nel 2004 realizza “Perbacco Ristorante B&B”. Un punto fermo da cui partire per avverare un sogno: trasformare il Molise in una regione attrattiva che compensa lo spopolamento con il turismo.
Una scelta coraggiosa, per certi versi folle. Giulio lavora in banca, a Londra. Molla tutto per scommettere sulla “sua” regione. Dieci anni alla grande, con risultati strepitosi. Mette su associazioni, movimenti, gruppi di lavoro. La svolta è alla portata, manca però il supporto della Regione.
Nel 2013 la decisione, altrettanto folle, di provare la strada della politica.
Si candida alle regionali «con un gruppo di amici. Volevamo cambiare il mondo».
Tanto è bastato per capire quanto «sia sporca la politica. Non ritirai la candidatura per dignità e per non tradire le aspettative di chi credeva in me. Che delusione… Standoci dentro mi resi conto che davvero è il peggio che esista».
La politica, ragiona Giulio, è tuttavia l’unica che muove le leve per cambiare il destino della terra su cui ha scommesso. Allora va dal neo eletto presidente Paolo Frattura.
«Mi disse: hai vestito la maglia sbagliata, per te non ci sono possibilità». E, ancora, «ma dove vuoi andare? Cosa vuoi fare? Pensi di essere in grado di portare avanti il turismo in Molise?».
Il sogno di «fare squadra, allargare gli orizzonti, creare un circolo virtuoso con l’estero» si spegne in un istante. «Capii che il Molise non aveva speranze. E di lì a poco mi resi conto, vedendo come Frattura decise di gestire il turismo senza un assessore dedicato ma con un consigliere delegato, che avevo ragione».
Giulio deve staccare la spina, allontanarsi per qualche mese. Ha necessità di rigenerarsi. Chiama un amico molisano che lavora in Basilicata, in un villaggio turistico a Scanzano Jonico. Gli chiede se c’è la possibilità di lavorare per qualche mese. Da alcuni giorni la struttura cerca il “responsabile accoglienza”. Il 7 giugno del 2014 è il primo giorno di lavoro.
Lo scopo è di trascorrere l’estate lontano dal Molise, il tempo necessario per archiviare la brutta esperienza politica.
Dopo qualche mese dall’arrivo a Scanzano Jonico, Giulio diventa direttore di struttura. Nel 2017 direttore generale del gruppo che è quarto in Italia per presenze.
«Circa 3mila ospiti al giorno. Questa è la nona stagione e quest’anno supereremo le 200mila presenze. Doveva essere un’esperienza di tre mesi. Dopo qualche settimana ho capito che c’erano grosse potenzialità, soprattutto qui in Basilicata dove trascorro la maggior parte del tempo. Ricordo che il Molise e la Basilicata nei primi anni Duemila erano considerate le due sorelle povere, le due regioni sfigate. La Basilicata ha fatto passi da gigante, noi siamo fermi a 20 anni fa».
Mondotondo a Scanzano Jonico gestisce due strutture: l’hotel Portogreco e il villaggio Torre del faro. Quando Giulio inizia la sua avventura entrambe le strutture «non erano molto curate nel dettaglio. Il 2015 è stata la stagione della svolta. La proprietà ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di investire tanto. Certo, possiamo ancora migliorare. Ma il fatto che numerosi clienti da anni tornino a trovarci vuol dire che la scommessa è vinta. Ci sono ospiti che incontro puntualmente ogni stagione dal 2014, vorrà dire qualcosa. La nostra politica è far sentire i clienti azionisti della struttura: spendono in vacanza e noi investiamo in ulteriori servizi che troveranno quando torneranno. Amo ascoltare gli ospiti, chiedo, cerco di capire come migliorare. A volte mi forniscono piccoli consigli su piccoli dettagli che fanno la differenza».
Portogreco e Torre del faro distano dalla spiaggia 700 metri. 700 metri di pineta, osai protetta del Wwf. La spiaggia si può raggiungere a piedi o utilizzando le navette elettriche (“invenzione” di Giulio per azzerare l’impatto sull’ambiente).
«La prima volta che ho attraversato la pineta sono rimasto profondamente colpito dalla bellezza del luogo. Una spiaggia immersa nel verde: è stato un colpo di fulmine».
Nulla di diverso dalla pineta tra Petacciato e Montenero di Bisaccia, per intenderci.
Quella in corso e che sta per volgere al termine secondo Giulio Sansone è la stagione più bella di sempre. «Dopo due anni di Covid tutti avevano la voglia di riprendersi gli spazi, la libertà».
Quando scoppia la pandemia il direttore e il management del gruppo sono in Trentino. «Abbiamo avuto paura. Abbiamo dovuto chiudere da un giorno all’altro e fuggire. È stata davvero dura».
Estate 2020. «Con i villaggi estivi abbiamo appena coperto i costi. Nel 2021 è andata un po’ meglio, ma è stato molto complicato. Niente buffet, distanze da rispettare, non si ballava, niente feste. L’incubo che il Covid entrasse nelle strutture ci ha tolto la serenità. Abbiamo tuttavia riscontrato serietà e responsabilità negli ospiti. Fermo restando quella piccola percentuale di vacanzieri a cui del Covid non fregava nulla».
Negli hotel e nel villaggio che dirige Giulio lavorano diversi ragazzi molisani. «Sono molto bravi e volenterosi. Uno di loro è con me dal 2016 ed è tra i responsabili di struttura. Un ragazzo in gamba, davvero».
Il Molise è nei ristoranti, perché gli chef utilizzano solo pasta La Molisana. È nell’area divertimento e nelle camere dove due ditte molisane hanno realizzato, rispettivamente, il palco degli spettacoli e le zanzariere.
Per far fronte agli aumenti energetici un’impresa di Trivento sta realizzando fotovoltaico e solare termico. «In Puglia siamo intervenuti con lavori importanti sull’impianto elettrico: lavori eseguiti da una ditta di Campobasso. Sta lavorando per noi una falegnameria di Fossalto. Quando posso attingo sempre dal Molise. Lo faccio volentieri perché trovo un ottimo rapporto qualità-prezzo e non ho mai avuto problemi».
Superato il Covid, la sfida da vincere è quella degli aumenti dei costi di energia e materie prime.
«Non si possono aumentare le tariffe senza dare nulla in cambio agli ospiti. Se aumenti le tariffe devi offrire servizi migliori o nuovi. Non puoi chiedere di più senza offrire di più. È dunque necessario trattare all’inverosimile con i fornitori e investire sugli impianti. In Puglia abbiamo realizzato villette ecosostenibili abbattendo così la stragrande maggioranza dei costi. Qui (Scanzano Jonico, ndr) abbiamo installato un chiller di ultima generazione che produce acqua calda dal freddo. Non utilizziamo più caldaie a metano, per intenderci. Stiamo realizzando fotovoltaico e solare termico. Abbiamo sostituito tutte le lampade tradizionali con led».
I risultati arrivano ma il lavoro è tanto. Giulio torna a Campobasso un paio di volte all’anno, per pochi giorni. «Approfitto, in genere, quando salgo in Trentino e mi fermo qualche ora. Quando villaggi e hotel sono chiusi, lavoriamo alla manutenzione, alla programmazione, agli approvvigionamenti. Realizziamo nuove aree, nuovi servizi. Miglioriamo quelli esistenti. Questa è una macchina che non si ferma mai. Il 22 ottobre chiuderemo la stagione in Puglia, il 7 aprile del 2023 riapriremo Portogreco e Torre del faro. A novembre saliremo in Trentino per preparare la stagione invernale. Non prima di aver stipulato i contratti per l’estate 2023. È chiaro che se la macchina funziona – e funziona – è merito di un gruppo di ragazzi che per me rappresenta una seconda famiglia. Ragazzi eccezionali, brillanti, dinamici, volenterosi».
In bassa stagione i villaggi ospitano numerosi eventi per lo più sportivi (Torre del faro dispone di
una piscina olimpionica). Ma anche religiosi, meeting o congressi a cui partecipano tante persone (le due strutture dispongono poco meno di 800 camere).
Tra personale diretto e ditte esterne, circa 500 i dipendenti di Mondotondo.
Tanta voglia di fare, tanto entusiasmo, infiniti progetti da realizzare. Un solo rimpianto: non aver potuto cambiare il Molise.
Eppure nei ragionamenti di Giulio la sua regione torna sempre: «Adoro il Molise. Ci sono realtà belle, attrattive, prestigiose. Penso alla Fonte del Benessere Resort Centro Mességué, la Locanda Alfieri, la Residenza Sveva, Perbacco. A Campobasso ho ospitato amici e colleghi in bad and breakfast bellissimi. Ma manca la sinergia. Tante promesse, belle le iniziative come gli articoli sulla stampa estera. E poi? Vai a Sant’Angelo Limosano, vedi cosa impieghi per arrivare. Non ci sono indicazioni, non ci sono infopoint. Una regione che ha enormi potenzialità. Ma lo dico da sempre, da quando sono tornato da Londra. Quando ho aperto Perbacco mi davano del pazzo. Eppure non avevo un posto libero nemmeno a pagarlo oro. Il Molise non ha nulla da invidiare alla Basilicata. Credo che abbia addirittura potenzialità maggiori. Mancano però le strategie. Manca la visione. Il massimo che fa il Molise per promuoversi oltre i confini è partecipare alla Bit. La Bit è un evento superato, non serve: la prossima stagione estiva si programma a ottobre, fra qualche giorno. Ad aprile quando si tiene la Borsa internazionale del turismo è tardi, gli accordi commerciali sono tutti chiusi, e guai se così non fosse. Basti pensare che ad aprile qui già siamo aperti».
Il Molise non ha futuro «perché non ci sono le competenze giuste al posto giusto. Qualsiasi imprenditore per quanto bravo, bello e facoltoso può essere, da solo non farà mai nulla. Non so quali esperienze abbia l’assessore Cotugno nel settore, sicuramente sarà bravissimo. Perché tuttavia non mettiamo un imprenditore turistico a fare l’assessore al turismo? Non mi sto candidando, sia chiaro. Non lo farei mai. Però mettiamo le competenze al posto giusto, ci sono in regione imprenditori validi, validissimi. Conosco tante realtà, alcune davvero notevoli ma slegate tra loro. Mentre la classe politica continua ad investire in ciò che non serve. Mi spiegate perché un turista toscano dovrebbe preferire Campitello Matese al Trentino? Datemi una sola ragione. Non ho ricette miracolose, nessuno ne ha. Ma investiamo sugli eventi di nicchia, inutile provare a competere con il Veneto, non c’è alcuna possibilità di portare a casa il risultato. Il Molise per me è il primo amore, quella terra mi fa battere il cuore. Investiamo sui borghi, sulle case disabitate. Proviamo a cercare il parente che è in Argentina, negli Usa, in Canada dei proprietari di quella casa abbandonata. Che probabilmente adesso è benestante. Chiediamogli un contributo per realizzare un albergo diffuso e lasciare l’immobile a sua disposizione quando vuole tornare. L’unica soluzione è portare gente nei borghi. Anche solo per quattro-cinque mesi all’anno, ma rimetti in moto l’economia. A Sant’Angelo Limosano sta chiudendo l’ultimo negozio che vende generi alimentari…».
L’unica via da percorrere è ripopolare con gli stranieri, puntando, in particolare su chi – e sono tanti – ha origini molisane.
«Sono certo che chiunque arrivasse nei nostri borghi si innamorerebbe subito. In particolare chi sa che in quelle mura, in quei vicoli ha avuto inizio la sua storia. Il progetto c’è, l’ho scritto anni fa. Ma qualcuno mi disse che per fare turismo ci vuole il fisico…».
Luca Colella