Cinque priorità per i primi 100 giorni di governo. Chiunque vinca il 25 settembre, chiunque venga eletto, Coldiretti ha preparato una proposta operativa con misure «rapide e concrete» da cui dipende «la capacità di resilienza e rinascita delle nostre aziende agricole e zootecniche».
La piattaforma programmatica è stata elaborata a valle di una riunione che il delegato confederale Giuseppe Spinelli e il direttore regionale dell’organizzazione Aniello Ascolese hanno tenuto a Campobasso con i segretari di zona degli uffici delle due province per organizzare le attività dopo la breve pausa estiva e approfondire le principali tematiche agricole del territorio in vista delle elezioni politiche.
Nel corso dell’incontro, Spinelli ha evidenziato che la Coldiretti «attende l’esito delle elezioni con grande interesse perché la politica può incidere in modo importante in questo particolare momento storico caratterizzato da più crisi sovrapposte, quali la pandemia da Covid19, l’aumento insostenibile dei costi di produzione, la carenza di certezze sugli approvvigionamenti energetici, il conflitto in Ucraina e da ultima la siccità; problematiche che tutte insieme mettono a serio rischio la tenuta economica delle imprese agricole e la stessa stabilità sociale nel Paese, come anche della nostra regione».
I rincari, in particolare, riguardano l’intera filiera del cibo e per il settore agricolo si concretizzano – solo per fare alcuni esempi – in un +170% del costo per i concimi, +90% per quello dei mangimi e +129% per il gasolio.
«Partendo da questi numeri – ha evidenziato Spinelli – Coldiretti invita tutti i candidati, appartenenti ad ogni schieramento, a valutare il fatto che nelle campagne italiane più di una azienda agricola su dieci (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. Oltre un terzo del totale, inoltre, lavora in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, stando ai dati Crea».
Cinque le priorità, dunque, per i primi 100 giorni di governo. Sono contenute nel manifesto politico approvato nel corso dell’ultima assemblea nazionale il 28 luglio. Si tratta di cinque proposte, ha spiegato il direttore Ascolese: «La difesa dell’agricoltura italiana con l’istituzione del ministero dell’Agroalimentare; in Europa un no deciso al nutriscore, al cibo sintetico, al trattato Mercosur e un sì altrettanto fermo all’origine in etichetta, alla sostenibilità ed alla ricerca; il Pnrr deve poter rappresentare la chiave per la sovranità alimentare, energetica e logistica del nostro Paese; stop ai cinghiali, difendendo i cittadini e agricoltura ed infine la creazione di un Piano invasi che garantisca acqua ed energia sostenibile per l’Italia. Auspichiamo – ha concluso Ascolese – che tutti i candidati possano condividere i temi da noi proposti pensando al futuro anche della nostra regione e per questo li invitiamo a sottoscrivere formalmente i cinque punti del manifesto».