“Consumatori del futuro: opportunità e sfide da affrontare”. A Termoli oggi la seconda assemblea congressuale di Adoc Molise. Sarà un confronto a tutto campo e di estremo interesse quello che prenderà il via con la relazione del presidente regionale Nicola Criscuoli, mai come in questo momento infatti la tutela dei consumatori è tema sentito dall’opinione pubblica.
Associazione più rappresentativa in Molise e “fiore all’occhiello” della Uil regionale, l’Adoc Molise conta circa 500 iscritti, è sostenuta dai volontari del servizio civile e dai dirigenti che operano attivamente nelle sedi territoriali.
Presidente Criscuoli, l’assemblea cade in una fase estremamente delicata.
«È esattamente così. La pandemia prima e il conflitto in Ucraina adesso, insieme all’inflazione oramai in rapido aumento, stanno modificando i comportamenti di acquisto dei consumatori: rispondere efficacemente ai loro problemi, in un contesto instabile, è la sfida a cui in questi anni le associazioni dei consumatori sono state chiamate a rispondere».
I rincari dei costi di energia e delle materie prime rappresentano la vera emergenza da risolvere per famiglie e imprese.
«I nuovi straordinari record al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso – oltre che raddoppiati nei mercati del gas naturale e dell’energia elettrica – e dei permessi di emissione di CO2, hanno condotto ad aumenti anche del 100% dei costi delle bollette. Un onere insostenibile per le famiglie, che sta ricadendo anche sulla produzione e, conseguentemente, sui prodotti di largo consumo. Malgrado il governo abbia stanziato oltre 4 miliardi di euro per calmierare il caro bollette, l’aumento dei costi della materia prima è davvero pauroso. Il cambio di passo quindi è più che mai necessario».
Quali sono le vostre proposte?
«I costi relativi agli “oneri di sistema” devono essere trasferiti dalle bollette alla fiscalità generale. Occorre poi elevare il limite Isee per ampliare la fascia delle famiglie che possono accedere al bonus sociale. Oggi i requisiti escludono, per esempio, coloro che perdono il lavoro e che usufruiscono della cassa integrazione. A energia elettrica e gas va poi applicata l’aliquota Iva di beni e servizi di prima necessità, cioè il 4%. Queste sono alcune delle nostre proposte. Come ha sostenuto di recente il segretario della Uil Bombardieri, poi, è arrivato il momento di redistribuire gli extra profitti delle aziende tra chi, durante la pandemia e a causa della guerra ha perso tanto, anzi troppo, e cioè lavoratori, pensionati e consumatori tutti».
Nel contesto difficile che caratterizza il Sud, la situazione del Molise lo è a vostro parere ancora di più.
«Le faccio qualche esempio. Nel trasporto pubblico ci siamo oramai da tempo allontanati dagli standard di qualità del servizio erogati nel resto d’Italia. La pandemia ha interrotto i processi di modernizzazione che faticosamente cercavamo di portare avanti negli anni scorsi. Il divario, rispetto a territori più fortunati e organizzati del nostro, è aumentato e assistiamo a un misero “si salvi chi può”, in cui ogni anello della catena del Tpl trova rimedi estemporanei e marcia per i fatti suoi. Anche a causa di questo, la nostra bellissima regione incontra ancora grandi ostacoli nell’organizzare un’offerta turistica degna di questo nome in territori dove si può in qualche modo arrivare, ma poi è difficilissimo muoversi anche per i piccoli spostamenti. Così perdiamo in appeal e capacità di attrazione. Basterebbe accogliere il visitatore con itinerari “tematici” già predisposti. Al contrario, spesso, chi arriva in regione è abbandonato al “fai da te”».
C’è poi l’emergenza sanità.
«Sì, riceviamo moltissime segnalazioni dagli utenti. Mesi di attesa per esami essenziali, Tac o altro con gravi rischi per la salute. Persone costrette a casa per gravi motivi di salute che non ricevono l’assistenza promessa. Da anni c’è un costante decadimento dei servizi e una carenza irrisolta di medici e personale, condizione che inevitabilmente determina uno stato di grave pericolo per l’utenza e gli operatori del comparto. È un miracolo che tutto il sistema, ad oggi, regga ancora. A peggiorare la situazione, si è aggiunta la recentissima decisione politica e amministrativa di fissare un tetto di spesa invalicabile per l’erogazione delle prestazioni salvavita al Gemelli rispetto ai pazienti oncologici molisani. Sembra in definitiva che in Molise non si riesca a considerare la salute quale diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione. Per cercare di limitare i danni, sarebbe importante dare continuità al Pnrr e colmare i divari sui diritti dei cittadini».
Dal punto di vista operativo, l’Adoc ha una presenza. e quindi una capacità di rappresentanza, ormai capillare.
«Rappresentiamo da sei anni in Camera di Commercio tutte le associazioni, abbiamo fatto parte anche della Giunta. Abbiamo, inoltre, un rapporto privilegiato con le associazioni rappresentative delle piccole e medie imprese. Tra le buone pratiche che siamo riusciti a realizzare insieme ad altre associazioni ci sono grandi campagne informative, di protesta e rivendicazione, penso a “Pentole Vuote”. Abbiamo poi attivato sportelli informativi, organizzato seminari e giornate informative nei piccoli centri molisani sul consumo consapevole e affiancato la Uil nelle sue lotte, come per esempio la campagna #Zeromortisullavoro. Importante anche l’esperienza di volontariato civile, abbiamo visto passare molti ragazzi e ragazze in questi anni, sono stati – e sono ancora – importanti».
In settori come assicurazioni, trasporti, telecomunicazioni, energia e gas, è fondamentale l’attività di conciliazione.
«Possiamo dire di aver raggiunto grandi obiettivi anche in questo caso. Nell’ultimo anno le conciliazioni paritetiche – escludendo moltissimi reclami anch’essi risolti positivamente – hanno riguardato circa 100 pratiche, molte sono ancora in gestione. Ancora più lusinghiero è il risultato di quelle in materia di energia, gas e acqua, gestite attraverso lo sportello del consumatore di Arera, da settembre 2020 a oggi ne sono state caricate e gestite 264. Oltre il 95% dei procedimenti aperti si è concluso con un accordo che ha soddisfatto consumatore e piccola impresa».
Peculiare è il vostro rapporto con la Uil.
«Nel 1985 la Uil fece la scelta congressuale di un sindacato aperto ai lavoratori fuori dai luoghi di lavoro, ai cittadini in generale. Quello spirito oggi è espresso dall’Adoc ed è presente nel nome stesso dell’associazione, nell’organizzare e indirizzare i cittadini nell’essere consumatori consapevoli e rispettosi anche dei doveri di cittadinanza. Negli anni abbiamo rafforzato il rapporto con la Uil regionale e con le sue strutture di categoria e territoriali. Per l’avvenire, l’intenzione è di consolidarlo ancora di più, sia con le categorie sia con gli altri servizi regionali e nello stesso tempo costruire opportune intese e alleanze, consapevoli che il futuro passerà dalla difesa congiunta dei diritti dei lavoratori e consumatori. Un consumatore che si avvicina all’Adoc è un lavoratore in più che si iscriverà al sindacato e che si rivolgerà a Caf e Ital. Soprattutto, il mio auspicio e quello della squadra formidabile con cui lavoriamo è di continuare a far crescere la nostra associazione e, quindi, attraverso essa, i diritti dei cittadini».