“Le banche devono essere meno rigide, più positive, più progettuali”. Lo ha detto padre Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione Cei per i Problemi Sociali e il Lavoro a Radio Vaticana. Di fronte ai dati assai preoccupanti diffusi dall’Istat sulla disoccupazione, il presule coglie nel momento presente quel tratto di umiltà della politica “che – afferma – pare si stia riscoprendo. Il primo maggio è una occasione propositiva soprattutto, non di pianto – precisa il vescovo – e bisogna tornare ad ascoltare la gente e i suoi consigli partecipativi.
Soprattutto i giovani devono essere guardati, ascoltati, capiti, accompagnati. Cada quell’immagine di fatalismo che ha accompagnato gli scorsi mesi: la precarietà non è la normale condizione in cui vivere. Si prenda coscienza che si può affrontare e superare il momento negativo”.
Da qui l’accenno di Bregantini ad alcune proposte per cercare nuovi sbocchi occupazionali e rilanciare il mercato del lavoro: dal mondo agricolo all’ambiente, dall’edilizia scolastica al lavoro in carcere e agli immigrati, da vedere non come concorrenziali ma come imprenditori. E a proposito della rete delle cooperative bisogna “costruire reti, appunto, e non ragnatele”.

 

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