Settanta autisti di Atm riceveranno direttamente dalla Regione lo stipendio di ottobre. Palazzo Vitale, infatti, applicando le disposizioni del Codice degli Appalti ha esercitato per la prima volta il potere sostitutivo nei confronti dell’azienda.
La determina del 19 dicembre, firmata dalla dirigente del Servizio Mobilità Dina Verrecchia, arriva a valle di un procedimento che ha coinvolto anche la Prefettura di Campobasso. La ditta ha dovuto consegnare i cedolini a via Genova entro il 6 dicembre scorso, quindi la liquidazione di 93.417 euro e l’invio alla Ragioneria per i mandati di pagamento.
«Un provvedimento epocale che fino ad oggi nessun politico aveva mai avuto il coraggio di intraprendere e adottare», danno atto la Filt Cgil e la Fit Cisl all’assessore ai Trasporti Quintino Pallante. Eppure si tratta di una norma di legge, in particolare è il d.lgs. 50/2016 a prevedere che la stazione appaltante del servizio possa sostituirsi all’affidatario del contratto nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale in caso di ritardi nella corresponsione delle stesse. Al momento, dunque, sono 70 i beneficiari, «quelli che per primi hanno avanzato la richiesta di intervento sostitutivo alla Regione e tra i quali figurano anche dipendenti che non hanno mai intrapreso procedimenti ingiuntivi, ma siamo certi – aggiungono i due sindacati – che se ne aggiungeranno altri nei prossimi giorni, essendo ormai caduto il muro di omertà. Ora non c’è più timore a rivelare stipendi non percepiti e risalenti anche al 2019. Oltre all’assessore Pallante, ci sentiamo di esprimere riconoscenza anche ai dirigenti e ai dipendenti della Regione che si stanno sicuramente prodigando oltre il dovuto affinché i dipendenti Atm vengano retribuiti prima di Natale.
Più tiepida la Faisa Cisal. «Un timido parziale intervento, ma è pur sempre un inizio, anche perché non ci sono strumenti alternativi al pagamento di quanto dovuto per lo stipendio mensile. Quindi, ben venga l’azione intrapresa dalla Regione – sottolinea il segretario – Però facciamo notare alla Regione stessa, unica in Italia che onora mensilmente i contratti di servizio con le imprese, che il pagamento dello stipendio, pur essendo di fondamentale importanza per la sopravvivenza del lavoratore, non è l’unico aspetto
negativo, è solo uno degli effetti di un quadro deprimente del trasporto pubblico regionale. Il semplice ritardo del pagamento mensile alle imprese, manda in tilt le stesse, che non sono più in grado di pagare le retribuzioni, non possono versare ai fondi previdenziali e chissà cos’altro. L’unico contratto aziendale esistente è quello territoriale del 22/3/89, eppure le risorse impegnate dalla Regione e versate al settore comprendono anche un importate contributo (dal 2011) proprio per il contratto aziendale, oltre al ripianamento dei costi derivanti dall’ammortamento degli autobus». Dal bando di gara, conclude la Faisa, ci si aspetta quindi «un cambio in grado di porre rimedio alla desolante condizione del trasporto pubblico locale».

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