Uso delle mascherine al chiuso, lavoro domiciliare e riduzione delle aggregazioni di massa, ventilazione degli ambienti chiusi, intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti Covid e ulteriore dose per alcune categorie a rischio.
Sono alcune delle azioni indicate dal ministero della Salute, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, nella circolare “Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23”. «Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCov2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione», spiega il documento che fornisce poi spunti per «predisporre a livello regionale un rapido adattamento di azioni e servizi nel caso di aumentata richiesta assistenziale».
Il pericolo, ancora una volta, arriva dalla Cina (con la sottovariante Gryphon) e il governo alza il livello di attenzione chiedendo alle Regioni di fare altrettanto. Le prossime settimane, visto che da domani nelle corsie degli ospedali mancheranno oltre 200 operatori precari a cui scade oggi il contratto (e solo per pochi sarà rinnovato fra 20 giorni), si annunciano particolarmente complesse in Molise. Ma vediamo nel dettaglio cosa dice la circolare del Ministero. L’utilizzo di mascherine «è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave». Analogamente, «nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti». Al momento in Italia l’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie e Rsa.
Il Ministero raccomanda inoltre la vaccinazione anti Covid con l’obiettivo di «continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dall’ospedalizzazione». Quindi la somministrazione delle quarte dosi con i vaccini bivalenti alle categorie a rischio e un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-Rna nella formulazione bivalente per le «persone dagli 80 anni in su, ospiti Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità. Su richiesta dell’interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni, che hanno già ricevuto un secondo richiamo, potranno, comunque, vaccinarsi con una ulteriore dose di vaccino». Inoltre, dal 9 dicembre scorso è stata estesa la raccomandazione della vaccinazione anti Covid ai bambini nella fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi) che presentino condizioni di fragilità.
E, ancora, è «indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino e, se necessario, rafforzino lo stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di SarsCov2». In particolare si raccomanda la verifica dei posti letto in ricovero e terapia intensiva; l’approvvigionamento di dispositivi, farmaci, vaccini; la disponibilità di personale sanitario formato che «possa supportare reparti e servizi territoriali nel caso di un aumento dei casi tale da superare l’attuale capacità dei sistemi assistenziali». Sarà, infine, «essenziale assicurare un volume di sequenziamento sufficiente per monitorare i virus in circolazione e l’emergenza di nuove varianti e un’adeguata capacità diagnostica dei laboratori».