Il silenzio della Lilt regionale sulle vicende che stanno riguardando la sanità molisana, e in particolare la radioterapia erogata dal Gemelli, è una scelta. Sostanzialmente «non vogliamo sollevare polemiche allarmando ancora di più i cittadini che sono già molto disorientati e impauriti». Ma, spiega in questa intervista il coordinatore Mario Pietracupa, è giunta l’ora che la classe dirigente – politici e tecnici – rispondano a una domanda dicendo la verità alle persone: «La sanità è garantita a tutti o è a sportello, fino a un certo importo, oltre il quale o si paga o si aspetta, per non dire si muore?».
Presidente Pietracupa, non è passato inosservato il silenzio della Lega lotta ai tumori sui provvedimenti che stanno riguardando la sanità privata e la radioterapia: dai tagli al budget alle nuove modalità prescrittive.
«Lei ricorderà che il nostro presidente nazionale Schittulli non solo è intervenuto pubblicamente ma ha scritto anche al ministro Schillaci rappresentando le difficoltà che in Molise vivono gli erogatori convenzionati – a me piace sempre sottolineare la differenza con il privato puro perché nella sanità convenzionata le prestazioni vengono erogate esattamente come nel pubblico – e le conseguenze negative sulla prevenzione del cancro che a loro volta si ripercuotono sulle cure per gli oncologici. Anche noi, a livello locale, ci siamo relazionati con gli organi di stampa. Abbiamo poi scelto il silenzio perché riteniamo che, parlando troppo e magari a volte in maniera poco competente, si provoca allarmismo. Preferiamo intervenire nelle sedi opportune per non sollevare polemiche. Però, se me lo chiede, tutto quello che sta succedendo è a danno della sanità: crea un clima di sfiducia assoluto tra la gente che è già disperata».
Nel merito, quindi, lei dà un giudizio molto negativo sulle ultime novità?
«Io credo che si stia generando un danno irreparabile. Partiamo dai pazienti oncologici, che per noi non si toccano. Lei parlava prima della radioterapia, delle nuove regole per la prescrizione…».
Il Cardarelli deve approvare i piani terapeutici del Gemelli che eroga concretamente i trattamenti. Ma c’è anche la stima elaborata da Agenas che riduce a 2,7 milioni il fabbisogno per i molisani e il commissario della sanità si è allineato a questa cifra nella definizione del budget.
«Guardi, mi sembra assurdo mettere in discussione un piano terapeutico fatto da un tecnico. Quale medico lo farà? Non è compito suo. E quanto all’Agneas avrà fatto i conti su vecchi protocolli che facevano morire le persone. L’ho detto in maniera forse troppo forte. Intendo che la tecnologia in medicina ha fatto passi da gigante, noi dobbiamo tendere al meglio nel pianificare e attuare le cure, renderle sempre più personalizzate per salvare le vite».
Lei prima parlava di allarmismo e sfiducia per quanto accade in sanità.
«Si sta speculando, e qui allargo il raggio anche alle polemiche sul servizio pubblico spesso alimentate dall’interno, su un argomento molto delicato per chiarissime finalità che non riguardano assolutamente la gestione della sanità. Ed è una vergogna. Tornando al fabbisogno e ai budget, bisogna capire se le prestazioni che vengono erogate, a prescindere anche dalla rispondenza o meno a determinati requisiti e dettami ministeriali, sono necessarie e indispensabili oppure no. Se non lo sono, è giusto che si faccia una revisione. Ma se invece questa è la domanda di salute che i molisani richiedono non possono esistere né budget né restrizioni».
Per la Lilt resta prioritaria la prevenzione.
«Sì. Serve una campagna di screening a tappeto. Non è un costo, anzi è un risparmio in termini economici e, cosa più importante, di vite umane. Un’analisi del sangue, una semplice ecografia, un esame strumentale possono evitare evoluzioni drammatiche di una patologia e cure pesanti e costose. Ragionare invece da “ragionieri”, mi sia consentito, e quindi bloccare alcune prestazioni è una follia dal punto di vista etico, finanziario e logico. Oltre tutto se i privati convenzionati sono sommersi di richieste di prestazioni è perché il pubblico non ce la fa. Si parli quindi con chiarezza, mi riferisco a tutti, non a Tizio o Caio: la sanità è garantita a tutti o è a sportello, fino a un certo importo, oltre il quale o si paga o si aspetta, per non dire si muore? Perché budget e restrizioni significano questo, visto che il servizio pubblico non riesce a dare risposte in tempi adeguati».
r.i.