Un appello accorato, da vescovo e utente della sanità curato al Neuromed prima e poi al Cardarelli: la politica scelga la via della collaborazione fra pubblico e privato.
La sollecitazione del metropolita Giancarlo Bregantini arriva in occasione della Giornata del Malato che si celebra domani, «con lo sguardo alla Madonna di Lourdes ed il cuore attento di Bernadette, che nel vedere Maria imparò la solidarietà con gli ammalati». Un messaggio, dice, inviato come vescovo e pastore alla città di Campobasso e alla diocesi tutta, con lo sguardo solidale ai «nostri fratelli feriti sotto il terribile terremoto di Siria e Turchia».
«Credo che in questo momento delicato occorre intraprendere una strada chiara e precisa. Forte anche della mia esperienza di ammalato, curato bene, in breve tempo sia a Pozzilli come struttura privata che al Cardarelli come realtà pubblica, mi sento in dovere di rivolgere un invito sollecito alle forze politiche perché si cammini su una strada di concreta e reale collaborazione tra le strutture pubbliche e quelle private. Faccio questo invito – spiega il presule – anche accogliendo la voce di tante persone, vescovi, preti e laici e dopo aver ascoltato il parere della Consulta diocesana della Pastorale sanitaria. Solo mettendo in armonia i due grandi settori della sanità molisana, pubblico e privato, potremo dare certezza ai nostri cittadini e sicurezza ai nostri ammalati. La sanità pubblica e quella privata abbiano le stesse opportunità di operare. Non chiediamo privilegi – sottolinea – ma attenzione alle qualità di ciascuno. Non ci siano contrapposizioni ma collaborazioni. Non invidie o gelosie, ma emulazione reciproca. Il bene fatto da alcuni avrà una ricaduta positiva nel cuore di tutti. Il bene comune sia la nostra costante regola. Ogni paziente vede crescere la propria sicurezza quando si accorge che è avvolto dalla collaborazione di tutti».
Sulla scorta del versetto del Buon Samaritano nel Vangelo, ripreso da Papa Francesco, e cioè «abbi cura di lui», Bregantini chiude la sua riflessione «con tre esortazioni che vorrei fossero vissute in tutti gli ospedali, cliniche e case di riposo della nostra terra: vi sia attenzione a tutti gli ammalati specie a quelli più gravi, insidiati dal tumore o da malattie infettive; ogni ammalato sia circondato da prestazioni di qualità; impegniamoci tutti ad offrire il meglio delle cure, nella certezza che questo dono sarà poi ritrovato, perché la malattia non chiede permesso a nessuno. Tutti all’improvviso possiamo ritrovarci in una corsia di ospedale; lo spirito collaborativo, lavorando in squadra e non da soli, è l’unica forza che ci permette di affrontare le attuali difficoltà della sanità molisana».
E ancora due note finali sulla sanità: «I cappellani dei vari ospedali molisani abbiano ampi spazi di attività, sia dia loro libero accesso, siano ascoltati e stimati, nella certezza che la parola di un cappellano è importante come una cura medica. Sempre più si dia valore alla medicina di base che opera nelle famiglie e nel territorio, la cui presenza, specie dopo il Covid, è risultata decisiva, anche in ordine ad un risparmio globale delle spese della sanità molisana».

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