La politica sana e onesta deve riappropriarsi della garanzia del diritto alla salute e, di conseguenza, «invertire la tendenza» e puntare sul servizio pubblico.
A Campobasso per partecipare al convegno a più voci, come lo ha definito uno degli organizzatori, l’avvocato Massimo Romano, l’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonino Ingroia (oggi a capo di Azione civile) e il coordinatore di Democrazia Sovrana e Popolare (a cui aderisce pure Azione civile) Marco Rizzo hanno rilanciato il tema della tutela e del rilancio degli ospedali pubblici.
«Siamo qui con Pino Ruta e con tanti altri per spiegare che sulla salute non si può giocare col profitto. Come pure la formazione, la scuola, i trasporti non possono essere correlati allo stretto profitto. Certo, la salute pubblica deve essere efficace, efficiente, deve funzionare ma non si può mettere il denaro davanti alla salute. Ed è questa la nostra rotta», ha detto Rizzo.
«La mia idea – ha aggiunto Ingroia – è che la sanità privata ha spesso strangolato il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto quelli meno tutelati e meno abbienti. Occorre un’inversione di tendenza, restituire un ruolo centrale alla sanità pubblica, non drenare risorse in favore della sanità privata ma verso la sanità pubblica. La politica è fondamentale per avere legalità, salute, ritorno alla Costituzione. Ed è l’obiettivo che noi, come Azione civile e Democrazia Sovrana e Popolare, abbiamo».
Che tagliare gli investimenti sul pubblico sia dannoso, ancora il ragionamento dell’ex pm antimafia, lo ha dimostrato il Covid anche in Molise. «So che la politica con la quale è stata affrontata l’emergenza è stata un disastro, a causa proprio di quel che dicevo prima, dell’aver tolto risorse alla sanità pubblica e averle indirizzate alla sanità privata».
Alle regionali, ha confermato rispondendo alle domande dei cronisti, Azione civile ci sarà per «dare voce a quei molisani che non hanno avuto voce, che sono stati stritolati dalla politica degli affari».
Il parterre era ampio nella Sala della Costituzione, un confronto a tuttotondo con operatori del diritto, magistrati, medici, politici. I lavori sono stati moderati dall’avvocato Pino Ruta.
I temi del rapporto pubblico-privato e della privatizzazione latente, ha osservato Ruta, si sentono in Molise più che altrove ma sono temi universali. «Il convegno cercherà di individuare quali sono le soluzioni per garantire un diritto negli ultimi anni un po’ calpestato».
Fra gli altri interventi, quello del collega Massimo Romano, che ha approfondito l’excursus sui 14 anni di commissariamento della sanità molisana. «Ci sono responsabilità molto precise, altrimenti il Molise non si troverebbe nella situazione nella quale si trova. 14 anni di commissariamento non è un dato neutro, è un elemento che chiama in causa certamente dei profili di inadempimento rispetto a precisi vincoli di legge che hanno determinato un impoverimento del nostro territorio sia dal punto di vista delle cure sia dal punto di vista fiscale. Un convegno come questo – ha spiegato Romano – ha la finalità di fare un punto della situazione per cercare non tanto di trovare dei colpevoli perché non spetta a noi tra l’altro, ma quella di immaginare quale può essere un percorso virtuoso di riforma di un sistema che oggi non funziona».
A margine del suo contributo, poi, il capogruppo dei 5s in Consiglio regionale Andrea Greco ha dedicato un passaggio a quanto sta avvenendo in queste settimane sulla radioterapia (tagli al budget del Gemelli e prescrizione affidata al Cardarelli). «Attendiamo i risultati del tavolo convocato a Roma fra il presidente Toma, l’Agenas ed erogatori accreditati (la prossima settimana, ndr)». Più in generale rispetto ai rapporti con le cliniche convenzionate ha ribadito che è «importante garantire il fabbisogno dei molisani ma i contratti devono avere ambiti precisi, limiti chiari e invalicabili, altrimenti il nostro sistema è destinato a collassare».
r.i.

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