Cercavamo una valigia! Sì proprio una valigia contenente i negativi delle foto di Tony Vaccaro – come ci aveva raccontato Antonio Chieffo intervistato ad un mese dalla morte del celebre fotografo italo statunitense – che ci ha lasciato lo scorso 28 dicembre – diciotto giorni dopo aver compiuto un secolo di vita. La valigia affidata ad Antonio Chieffo all’epoca presidente dell’Ente Provincia, era il regalo, l’eredità che Tony Vaccaro lasciava al popolo molisano, un dono consistente in un ricco patrimonio documentario. Anche noi, insieme a Chieffo, ci chiedevamo che fine avesse fatto quel materiale considerando la dolorosa progressiva spoliazione dei ruoli e compiti subita dalla Provincia e la chiusura – a quanto pare purtroppo definitiva – della Biblioteca Albino.
All’indomani della pubblicazione dell’articolo è cominciata una specie di “caccia al tesoro” fatta di ipotesi e congetture. In questa storia la valigia ha assunto, nell’immaginario collettivo, un valore simbolico seppure romanticamente d’antan, arrivando quasi ad evocare la trama di un film crime, alla Quentin Tarantino, sul genere, Pulp Fiction, in cui i protagonisti, molti e di ruoli diversi, non riescono a realizzare gli impegni che si erano prefissati – legittimi o nebulosi che fossero – finendo con l’uscire di scena perdendola loro stessa identità. Per fortuna a venirci in soccorso e rassicuraci sia sull’esistenza di questo ricco patrimonio che sulla sua opportuna conservazione, è stato Vincenzo Lombardi, direttore fino al momento della chiusura della stessa Albino, che di quel luogo conosce il respiro, e possiede memoria di tutto ciò che essa contiene. Naturalmente la valigia non esiste (c’era piaciuta l’immagine di questo italo-americano che da New York parte con questa valigia carica di foto per venircela a regalare testimoniando non solo l’amore per questa terra che lo ha adottato, quanto il suo straordinario percorso artistico e professionale nel tempo e nella storia). Ma noi molisani si sa siamo gente strana, anche un tantino fessi nel non saper distinguere qualcuno che ci dà, dai tanti che ci fregano, ci tolgono, depredandoci di continuo anche di ciò che costituisce il lievito utile alla crescita culturale di un popolo: la propria storia e la memoria collettiva.
«I negativi – ci rassicura il direttore Lombardi – sono stati tutti scannerizzati, e non poteva essere altrimenti stiamo parlando di migliaia di scatti in pratica tutta la produzione artistica di Vaccaro che, tra l’altro, ci ha lasciato una liberatoria attraverso la quale viene conferito alla Provincia l’utilizzo di tutto il materiale per uso culturale, documentario e didattico. Liberatoria importantissima se si considera che le foto di Vaccaro sono diffuse in tutto il mondo e molto di questo materiale è di proprietà dei musei e di tante sale espositive in America come in Francia, Germania, Inghilterra e, in molti altri Paesi europei. Per sua stessa volontà copia di questo materiale è stato consegnato anche al comune di Bonefro».
Siamo sicuri che questo materiale sia in buone condizioni?
«Con questa domanda lei mi costringe a tornare su una questione – la chiusura della Biblioteca Albino – argomento che oltre a procurami un disagio personale, mi umilia dal punto di vista professionale, come molisano, addolorandomi profondamente come studioso. È trascorso ormai più di un lustro da quando il Molise e i molisani sono stati scippati del ruolo che quella struttura ha svolto nel corso degli anni e, il tutto è accaduto nel silenzio più assordante da parte delle istituzioni nazionali e regionali, e da parte della stessa cittadinanza che non ha capito come mai tutto ciò è potuto accadere anche perché nessuno si è premurato di informarla. Il materiale che Tony Vaccaro ci ha regalato era in buono stato fin quanto la Biblioteca svolgeva il suo ruolo, è chiaro che lo stato di abbandono non giova né al patrimonio fotografico di cui stiamo parlando come a tutto il materiale che in quella struttura è custodito. Parliamo di un patrimonio digitale di enorme valore culturale: non solo foto, ma pergamene, manifesti, disegni, stampe, carte geografiche storiche. Spartiti musicali preziosissimi, circa 600 manoscritti ed altrettante edizioni musicali oltre 1.000 cd di musica classica, operistica, etnica, periodici e quotidiani. Parliamo di un patrimonio di oltre 30mila volumi: incunaboli, cinquecentine molisane e nazionali, pubblicazioni del ‘500 e del ‘600. Vede quando Pasquale Albino ha creato la biblioteca attraverso la donazione del proprio patrimonio librario che parte dagli scritti di Andrea d’Isernia in poi, intendeva attestare ai posteri l’esistenza stessa del Molise.
Per chiudere in modo lieve questa nostra conversazione basata su un argomento triste ma soprattutto vergognoso, voglio rassicurarla, rassicurando al tempo stesso tutti i molisani: non è una valigia contenente un importante patrimonio, umano, culturale ed etnografico che è andata persa, l’unica cosa che è andata perduta è la Biblioteca Provinciale Albino».
Vittoria Todisco