Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. E si volta completamente pagina. Per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del credito o allo sconto in fattura. Inoltre si spegne sul nascere l’esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: non potranno più farlo. In Molise sono state presentate pochi giorni fa una mozione (5s) e una proposta di legge (Pd) che andavano in questa direzione.
È la maxi-stretta con cui il governo interviene sul tormentato dossier del superbonus. L’obiettivo dichiarato è duplice, spiega il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Risolvere il nodo dei crediti», arrivati ormai a 110 miliardi, e «mettere in sicurezza i conti pubblici». Una mossa che però viene mal digerita dal settore, con le imprese che lanciano l’allarme: così, va all’attacco l’Ance, il governo affossa famiglie e imprese.
«Riservandoci di studiare meglio il provvedimento, riteniamo si tratti di un grave errore e di un ennesimo cambiamento delle carte in tavola che getta incertezza tra gli operatori; migliaia di imprese con tutto il loro indotto rischiano di rimanere definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con fallimento di migliaia di aziende e con molti lavoratori che rimarranno senza occupazione. I governi cambiano ma non cambia nulla», dichiara il presidente di Acem Ance Molise Corrado Di Niro.
La mozione 5s che propone alla Regione l’acquisto dei crediti porta la firma dei consiglieri Patrizia Manzo e Valerio Fontana. «La speranza di salvare il superbonus in Molise è durata non più di una notte», è il commento di Fontana. «Siamo in una situazione paradossale: se il presidente Toma poteva tutelare le imprese molisane, è la sua stessa sfera di appartenenza politica ad averglielo vietato. Lo scenario – accusa – è il disastro nazionale: 30mila imprese rischiano il fallimento immediato e 150mila persone potrebbero restare senza lavoro. Non solo: milioni di famiglie avrebbero potuto migliorare energeticamente e sismicamente le proprie case, ma non potranno farlo poiché costrette a mettere le mani a un portafogli purtroppo sempre più vuoto. Neanche il bonus sulle barriere architettoniche è esente dalla mannaia della Meloni! L’unico scopo dell’attuale governo nel seppellire questa misura è chiaro dal primo giorno del mandato: affossare una manovra che nel 2021 è valsa un aumento del Pil per il 6,7% solo perché fatta dal Movimento 5 Stelle, senza preoccuparsi che a pagarne le conseguenze saranno cittadini, imprese e lavoratori. Tutto questo avviene mentre Salvini si pronuncia sulla direttiva europea per lo stop ai motori a scoppio dichiarandosi contrario perché dannosa per le imprese italiane. Peccato che il giorno dopo, il suo centrodestra ne condanni al fallimento ben 30mila. Siamo di fronte a una politica brutale – conclude il pentastellato – condita da ipocrisia allo stato puro».