In Molise il contenzioso che riguarda la sanità rappresenta il 25% delle cause iscritte a ruolo al Tribunale amministrativo. In quasi tutte le altre Regioni italiane è inferiore al 10%, tanto che la media nazionale è del 4,6.
In questo dato, ha evidenziato nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente del Tar Nicola Gaviano, «si riflette con evidenza l’anomalia di una società e di un mercato che si trovano da tempo sottoposti ai rigori di un regime commissariale costretto, a sua volta, a muoversi tra imperativi contrapposti, mille strettoie giuridiche e almeno altrettante difficoltà operative». Nel corso del 2022 sono stati 87 i ricorsi iscritti con oggetto il servizio sanitario nazionale.
La seconda voce, in ordine di consistenza, è costituita dalle ottemperanze al giudicato. La terza da edilizia e urbanistica (48 ricorsi). Venti i ricorsi in tema di appalti, il 5,44% del totale, con una maggiore vivacità rispetto alla media nazionale del 4,9%. Solo 10, invece, quelli in tema di legislazione sugli stranieri (appena cinque anni fa si arrivava anche a 100).
I numeri più significativi e il buono stato di salute della giustizia amministrativa sono stati illustrati durante la cerimonia che si è svolta ieri pomeriggio, alla presenza delle autorità politiche, istituzionali e militari nell’aula magna del convitto Mario Pagano. I ricorsi pendenti sono scesi da 740 a 635 (-14,4%). Quelli definiti nel 2022 sono stati 479 e le nuove istanze, invece, 367. Il collegio presieduto da Gaviano e composto da Massimiliano Scalise e Francesco Avino ha pronunciato 402 sentenze ordinarie, 45 in forma semplificata, 5 ordinanze collegiali e 21 decreti presidenziali decisori. Le ordinanze cautelari sono state invece 115.
Con le sole udienze ordinarie, ha concluso però Gaviano, anche in un anno di ridotto afflusso come è stato quello da poco trascorso, non si riuscirebbe ad incidere apprezzabilmente sull’arretrato. «Da qui l’importanza, per il Tribunale, di ottenere una copertura integrale della pianta organica, la quale, pur prevedendo la presenza di un presidente e tre magistrati a latere, reca da ormai quattro anni un posto di magistrato vacante».