Ve la ricordate la Torre Covid da realizzare accanto all’ospedale Cardarelli a Campobasso? Beh, ora diventano due… i lotti da realizzare. Non due torri, men che meno gemelle.
Meglio sdrammatizzare perché a dirla seriamente, la saga del centro destinato alla cura dei pazienti affetti da SarsCov2 – per fortuna oggi non è un’esigenza ma un ricordo – è arrivata all’ennesima puntata. Ieri, infatti, l’Asrem ha approvato, di nuovo, l’aggiornamento degli elaborati tecnici e due progetti esecutivi.
Impossibile ricostruire sinteticamente tutte le traversie del “romanzo sanitario” degli ultimi tre anni. Basti pensare che il primo progetto definitivo fu trasmesso in via Petrella il 23 dicembre del 2020.
Ci fu subito bisogno di integrare i circa 4,5 milioni stanziati per il potenziamento della rete ospedaliera molisana dal decreto legge 34. Costo totale di quella che impropriamente fu definita “Torre Covid”, 6 milioni. Un milione e mezzo fu trovato, commissario era Giustini, fra i fondi assegnati all’azienda sanitaria e non ancora utilizzati per altre opere.
Al momento di consegnare i lavori, però, la ditta appaltatrice, il Consorzio Build – scelto dall’ex commissario straordinario Arcuri che individuò anche il progettista Rtp Mastellone di Castelvetere e il verificatore En3 – rilevò una serie di criticità. Poi anche il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco diede parere negativo. Tutte le correzioni necessarie hanno fatto lievitare i costi. Così la struttura commissariale nel frattempo passata alla guida di Donato Toma chiese e ottenne dall’allora ministra Carfagna l’autorizzazione a utilizzare fondi Fsc.
Il tira e molla (burocratico) con progettisti, verificatori, commissario straordinario nazionale è andato avanti per l’intero 2022 senza addivenire al via libera al progetto esecutivo. Il 12 gennaio scorso, la direzione Salute della Regione, durante una riunione sull’intervento, ha chiarito sono «scaduti in data 31-12-2022 i termini per l’assunzione delle O.G.V. (obbligazioni giuridicamente vincolanti, ndr), conditio sine qua non
per poter fruire del cofinanziamento concesso dalla Regione Molise con delibera di giunta regionale n. 413 del 03-12-2021, coperto con risorse Fsc» e ha proposto «di cofinanziare l’intervento attraverso fondi ex art. 20 Legge n. 67/1988, per accedere ai quali sarà necessaria la stipula di apposito accordo di programma da parte dell’ente regionale ed ha evidenziato, altresì, al fine di perseguire tale nuovo obiettivo, la necessità – si legge nella delibera approvata ieri dal dg Asrem Florenzano – di provvedere alla divisione del progetto in parola in due lotti funzionali».
Da capo a dodici, per usare un lessico “familiare”. Ora i lotti sono due: uno del valore di 5,4 milioni e l’altro di 2,3. «Il primo, quello finanziato con le risorse del D.L. 34/2020, è autonomo, funzionale e collaudabile. Il secondo, per essere funzionale e collaudabile, è subordinato all’effettiva realizzazione del primo perché il primo contiene la realizzazione delle centrali impiantistiche necessarie al suo funzionamento», spiega la relazione del progettista.
Elaborati rimodulati, verificati e nuovamente finanziati. Sarà la volta buona? Non servirà alla cura del Covid (ci si augura) ma un intervento nell’ala nuova del Cardarelli, dove era previsto un hospice anch’esso mai realizzato ed entrato in funzione, è comunque una miglioria auspicabile per la malconcia edilizia sanitaria molisana. Si spera di non dover citare, fra qualche settimana, l’esortazione – divenuta epica – con cui uno storico presidente di Tribunale gelò un difensore che stava tirando troppo in lungo la sua arringa: avvoca’, siamo nel vago.
ritai

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