«La disponibilità dell’Unimol non è mai venuta meno. Anzi questa soluzione per noi sarebbe la benvenuta visto che le attività della facoltà di Medicina interessano prevalentemente l’ospedale di Campobasso». La soluzione a cui si riferisce il rettore Luca Brunese è la scelta di nominare il prof Guido Sciaudone a capo della chirurgia del Cardarelli e non, come è previsto dall’intesa rinnovata qualche mese fa con la Regione, del Veneziale.
Brunese convoca la stampa dopo giorni di tira e molla e polemiche che lambiscono con sempre più decisione l’ateneo di via de Sanctis. Perché se, come è avvenuto, i politici più vicini al presidente-commissario della sanità Toma (nello specifico l’assessore Pallante e il consigliere delegato alla digitalizzazione Di Lucente) annunciano che il caso Vigliardi è risolto perché Sciaudone andrà a Campobasso e quindi il responsabile della chirurgia del Veneziale resterà al suo posto e poi invece non succede nulla, ci si chiede dove si è bloccata la decisione. In quale delle stanze coinvolte: Regione, Unimol e Asrem. «Non lo so ma posso dire che la mia porta è sempre aperta», risponde Brunese a Emilio Izzo, ispiratore del comitato che sta difendendo le ragioni di Vigliardi e che partecipa all’incontro insieme agli organi di informazione.
Siccome non è cambiato nulla, Sciaudone avrebbe dovuto prendere servizio ieri a Isernia ma questo non è avvenuto. Anche se prendesse servizio, comunque, la situazione è ancora risolvibile. Le strade sono due. O si modifica il protocollo di collaborazione di Medicina con la sanità pubblica regionale – e secondo Brunese basta un parere rapido del ministero della Salute mentre non essendoci modifiche in termini di risorse economiche il Mef non sarebbe coinvolto – stabilendo che la chirurgia a gestione universitaria è quella del Cardarelli oppure, in questo caso la scelta però compete all’Asrem, si scorre la graduatoria del concorso da primario vinto l’anno scorso dal compianto Giancarlo Di Marzo, scomparso prematuramente qualche settimana fa. Sciaudone arrivò secondo e in questo caso dovrà essere inquadrato come professore universitario.
Qualunque sia il percorso che si intende seguire gli adempimenti si riusciranno a mettere in campo rapidamente, dice Brunese nella sala del Consiglio affiancato dal dg Barbieri, dal delegato ai rapporti con le autorità sanitarie Russo e dal preside di Medicina Guerra.
Anzi, per la modifica del protocollo il rettore ha inviato la scorsa settimana due richieste via Pec in via Genova ma non ha ottenuto riscontro. Nell’ultimo colloquio con Toma, il commissario gli ha detto che è necessario un ulteriore breve approfondimento. Dalla riunione di venerdì, a cui Brunese non ha partecipato perché impegnato a Roma nella commissione per la capitale della Cultura 2025, è venuto fuori che è stato chiesto un parere all’Asrem (che del protocollo però non è firmataria ma solo soggetto attuatore).
Dunque è la dg facente funzioni Gollo che ha in mano il pallino. Ma all’Unimol chi ha chiesto la disponibilità al cambio di reparto? «Mi hanno chiamato molti, fra i primissimi il commissario Toma», chiarisce Brunese. Che “rammenda” anche un eventuale strappo con la città di Isernia: «Sono sicuro che la stima dimostrata dalla comunità al dottor Vigliardi è meritata, così come sono sicuro delle capacità del prof Sciaudone».
La decisione è caduta qualche anno fa su Isernia perché il posto di primario del Cardarelli era occupato e perché fu dichiarata l’intenzione di non procedere a concorso per il Veneziale (Vigliardi è infatti un “effe effe”).
La morte di Di Marzo, peraltro caro amico del rettore e di tanti clinici universitari con cui ha avviato collaborazioni che anche di recente hanno dimostrato di essere efficaci, ha cambiato le cose. Ma il caso sta diventando un giallo internazionale. Per questo il numero uno di via de Sanctis, proverbialmente riservato quando si tratta di rapporti con altre istituzioni, ha rotto il silenzio. Per rompere forse un assedio: la mia porta è sempre aperta ma non è questa la stanza dove cercare risposte sull’intoppo.
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