L’Osservatorio Antimafia del Molise ha esaminato e incrociato i dati delle organizzazioni di categoria e quelli forniti dalla Banca d’Italia sulle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, scoprendo così che siamo la regione italiana in cui si registra il maggiore incremento negativo.
Nella nostra piccola realtà si ricicla denaro sporco, vale a dire il reimpiego dei profitti, derivanti da condotte criminose, in attività lecite di carattere economico, finanziario e commerciale.
Si utilizzano anche le nuove tecniche di ripulitura del denaro sfruttandone la fungibilità e alterando la concorrenza tra imprese.
Così, di fatto, s’inquina la già precaria economia regionale mettendo a repentaglio la sua tenuta sociale.
Il Molise negli ultimi due anni ha evidenziato la più alta crescita, in rapporto abitanti-territorio, tra tutte le regioni meridionali (fonte: Bankitalia). Sotto la lente dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia sono finite in due anni 1.162 operazioni sospette o anomale e non sono tutte. Si tratta in gran parte di operazioni in contanti e bonifici nazionali o esteri frutto di attività illegali quali usura, frodi ed evasioni fiscali, illecito utilizzo di finanziamenti pubblici e frodi in attività di leasing e factoring.
Tra le attività messe sotto osservazione dall’Uif spiccano anche i metodi di pagamento digitale, come bitcoin e alternativi come i compro-oro.
Nel nostro studio abbiamo riscontrato che non sempre è facile riconoscere un’operazione sospetta. Occorre una buona formazione degli operatori, soprattutto di banche e uffici postali, da dove proviene la quota maggiore di segnalazioni.
Sappiano che in base alle leggi in vigore sono le aziende a dover formare il personale in materia di antiriciclaggio. Questa formazione, tuttavia, avviene spesso attraverso corsi in auto-formazione, di cui – secondo i sindacati di categoria – è dubbio il reale utilizzo e la concreta efficacia. Di qui la necessità di formare gli operatori economici affinché prendano sempre più coscienza delle proprie responsabilità e aumentino la propria consapevolezza, per far sì che la maggiore conoscenza delle norme e il loro puntuale rispetto li aiuti a tutelarsi maggiormente dalla severe sanzioni previste dalla normativa antiriciclaggio.
Lo Stato dovrebbe impegnarsi in quest’azione in prima linea poiché la lotta al riciclaggio del denaro sporco è uno degli strumenti importanti per assicurare legalità e trasparenza nell’economia e contrastare l’evasione fiscale.
Quanto ai dati nelle regioni del Sud (nel quinquennio 2018/2022) le segnalazioni sono in netto aumento: il Molise è capofila in negativo con +85,2%; Basilicata +69,6%; Puglia, +22,0%; Calabria +12,8%; Sicilia +6,6%.
Per quanto riguarda la nostra regione, nello scorso anno le segnalazioni sono notevolmente aumentate. Queste sono le esatte localizzazioni territoriali. Nel 2021, nel primo semestre, abbiamo avuto 288 operazioni sospette e nel secondo semestre 271, per un totale di 559.
Nel 2022, nel primo semestre, abbiamo avuto 282 operazioni sospette e nel secondo semestre 321, per un totale di 603.
La provincia più colpita è Campobasso con 373 operazioni sospette nel 2021 e 422 nel 2022.
La provincia di Isernia, invece, si attesta su 186 operazioni sospette nel 2021 e 181 nel 2022. È ad oggi l’incremento più alto subito dal Molise che detiene il record nazionale di maggiore crescita del fenomeno nel periodo considerato con l’85,2 percento.
Un dato che deve preoccupare e non poco.
Vincenzo Musacchio
presidente Osservatorio Antimafia del Molise

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