Dopo la prima onda d’urto del Covid, la più violenta e che costrinse al lockdown anche le strutture sanitarie, il governo nazionale mise a disposizione delle Regioni finanziamenti ad hoc per recuperare il tempo perso in termini di visite ed esami.
Il Molise è la Regione che ne ha spesi meno: solo 42.500 euro sui 2 milioni e mezzo ricevuti. Sul caso, sollevato da un’inchiesta di Repubblica (in cui sfigurano molte amministrazioni regionali ma quella di via Genova primeggia in negativo), è drastico il commento dei portavoce pentastellati di Palazzo D’Aimmo che ascrivono al governo Conte II il merito dello stanziamento.
«Solo l’1,7% del finanziamento totale, meno di 45.000 euro, è stato utilizzato per ridurre i tempi d’attesa di esami e prestazioni a migliaia di cittadini, che nel frattempo si sono rivolti a strutture private o, peggio ancora, hanno rinunciato a curarsi. Per capire la gravità della vicenda basta analizzare il dato registrato dalla Sardegna che segue il Molise con il 26% dei fondi spesi, mentre altre regioni (vedi l’Emilia Romagna) hanno addirittura speso più dei soldi a disposizione. Inutile dire che le responsabilità di quest’ennesimo record negativo ricadono su una struttura commissariale inadeguata a fornire risposte ai molisani. Eppure, a più riprese abbiamo indicato la strada da seguire per ridurre drasticamente le antipatiche liste d’attesa», rivendicano i 5s.
Con una mozione votata all’unanimità dal Consiglio, «abbiamo chiesto di attivare liste notturne per le prestazioni di diagnostica per immagini, in aggiunta alle liste ordinarie. L’obiettivo – spiegano ancora – era di dare la facoltà ai pazienti di scegliere ed effettuare lo stesso tipo di esame in tempi sicuramente molto più brevi. In sanità il tempo può fare la differenza tra la vita e la morte».
L’atto approvato dall’Aula di via IV Novembre impegnava il commissario Toma ad avviare immediatamente una interlocuzione con Asrem per individuare il numero di tecnici e medici radiologi idoneo ad assicurare il servizio diagnostico senza soluzione di continuità; predisporre con urgenza nuovi bandi per reperire il personale necessario; attivare le procedure per accedere alle risorse del Pnrr previste proprio per il rinnovamento e l’acquisto delle strumentazioni indispensabili al fine di ampliare l’offerta del servizio sul territorio.
«Ad oggi, purtroppo, le nostre richieste sono rimaste lettera morta, mentre si scopre che milioni di euro non sono stati impiegati per risolvere l’annosa problematica. Il tutto a danno esclusivamente dei cittadini che hanno diritto ad accedere alle cure sanitarie. A certificare il fallimento di una gestione a dir poco vergognosa, la dichiarazione del ministro della Salute Orazio Schillaci, che – girano il coltello nella piaga i grillini – ha sottolineato come sia “inaccettabile che ci siano Regioni che hanno già impegnato questi fondi e altre che restano invischiate in ritardi e lungaggini”. Il riferimento, ovviamente, a quanto accade in Molise. Se a dirlo sono esponenti dello stesso centrodestra che ha governato e ha la pretesa di governare ancora il Molise, è chiaro sia giunta l’ora di voltare definitivamente pagina. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: le risorse nella nostra Regione arrivano, ma vengono spese male, quando vengono spese, o addirittura restano chiuse nei cassetti, mentre i cittadini continuano a chiedere aiuto. I molisani sono ancora disposti a tollerare tutto ciò?».