Il comitato “Verità e Dignità Vittime Covid” si è di nuovo opposto alla richiesta di archiviazione del procuratore D’Angelo rispetto all’inchiesta sulla gestione della pandemia negli ospedali molisani.
E risponde al rappresentante della pubblica accusa – che nell’istanza al gip ha evidenziato «per i parenti delle vittime ci deve essere un colpevole ed una sola è la sentenza giusta: la condanna» – con le parole della presidente del sodalizio Nadia Perrella. «Non chiediamo sentenze di condanna a tutti i costi, chiediamo, invece, che si faccia luce sui motivi del disastro con indagini attente. A tutt’oggi – sottolinea Perrella –, dopo tre anni dall’inizio della pandemia e dopo due anni di indagini, nessuna verità è stata ancora scritta nelle attività istruttorie dei procedimenti penali attivati».
Il fascicolo in questione è quello su cui il gip si era già pronunciato, all’esito di una prima richiesta di archiviazione, disponendo una proroga di indagine per ascoltare i medici citati dal Comitato.
La procura, riassumono ora i parenti delle vittime, ha dato quindi delega al Nas, «ritenendo che i sanitari potessero essere sentiti solo come indagati, per un eventuale loro concorso nelle carenze organizzative. I sanitari interrogati, si sono avvalsi espressamente della facoltà di non rispondere. Su tale presupposto la Procura ha dunque ritenuto di chiedere nuovamente l’archiviazione».
Di qui l’ulteriore opposizione «perché, diversamente da quanto scritto dal pm, non tutti i medici si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Dalla documentazione fornita da alcuni indagati, inoltre, si evince chiaramente come le condotte dei vertici Asrem sarebbero omissive e commissive, così da contribuire, unitamente a precise disposizioni organizzative e gestionali e con evidente abuso, a diffondere la pandemia, le infezioni ai danni dei medici, infermieri e Oss, determinando i decessi nosocomiali da Covid e comportando la chiusura di diversi reparti e quindi le relative interruzioni di pubblico servizio», insistono i familiari in attesa dell’ulteriore decisione del gip del Tribunale di Campobasso.
Oltre a questo filone sono tutt’ora aperte le inchieste sulle criticità dell’impianto di ossigeno al Cardarelli, sulla mancata realizzazione della torre Covid e su singoli decessi denunciati come omicidi colposi.