L’elemento che può meglio rappresentare l’immagine del Molise? Il Sannita, seguito dal Tratturo e dal Tartufo (quest’ultimo domina invece in assoluto tra le produzioni enogastronomiche, davanti a Caciocavallo, Stracciata e Tintilia). Per quanto riguarda il folklore, le preferenze vanno alla ‘Ndocciata di Agnone, seguita dai Misteri di Campobasso, dalle Traglie di Jelsi e dalle Carresi del Basso Molise. Per i siti archeologici, Sepino s’impone di poco su Pietrabbondante, quindi il sito paleolitico di Isernia e Agnone con la sua fabbrica-museo di campane.
Sono questi i risultati più significativi di una consultazione on-line lanciata nelle scorse settimane dall’associazione “Forche Caudine”, il circolo dei molisani a Roma, tra i propri associati e simpatizzanti, a cui hanno aderito in 381. Un campione che vede la netta prevalenza di molisani residenti a Roma (circa due su tre).
L’iniziativa – precisano dall’associazione – non vuole rispondere ad una semplice curiosità, ma intende tracciare linee d’indirizzo e idee per orientare le prossime opzioni che la pubblica amministrazione metterà in campo per promuovere il Molise. Non a caso i risultati saranno ufficialmente presentati e commentati nel corso del “Pensatoio collettivo sul Molise” che si terrà mercoledì prossimo, 24 luglio, dalle ore 17, nella sede del Formez a Roma (viale Marx 15), organismo attuatore di progetti degli enti locali. La consultazione ha avuto anche una sezione dedicata ai castelli e in questo caso il campione si è maggiormente spaccato. Domina la classifica il Monforte di Campobasso con 82 voti, seguito da Gambatesa (74), Monteroduni (70), Termoli (66), Venafro (63), Pescolanciano (51).
Un’altra sezione della consultazione riguarda le idee dei molisani per la propria regione, talmente numerose da essere state suddivise in 25 categorie. Le proposte, alcune davvero originali, vanno soprattutto verso l’incremento dell’attenzione alla cultura: l’istituzione di musei diffusi, disseminati nei piccoli paesi; l’attivazione di nuove campagne di scavi archeologici; il sostegno al cinema che utilizza location locali; la promozione di itinerari letterari con cartellonistica in grado di preservare il patrimonio della tradizione orale.