«Giornalisti, parlate delle cause del cambiamento climatico, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore». Questo il cuore dell’appello ai media firmato da 100 scienziati e studiosi italiani, fra i quali il Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, Antonello Pasini, Nicola Armaroli, Stefano Caserini, Enrico Giovannini, Luca Mercalli, Telmo Pievani. Tra i sottoscrittori anche due prof dell’Unimol, Marco Marchetti (ordinario di Gestione e pianificazione forestale) e Davide Marino (associato della facoltà di Scienze turistiche).
«I media italiani parlano ancora troppo spesso di “maltempo” invece che di cambiamento climatico – si legge ancora nell’appello – Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus SarsCov2, o della soluzione, i vaccini».
Nel suo ultimo rapporto, spiegano gli scienziati, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) «è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la strategia giusta per fermare l’aumento delle temperature, ed è tecnologicamente ed economicamente attuabile già oggi. A questo devono aggiungersi politiche di adattamento per proteggere persone e territori da quegli effetti del cambiamento climatico divenuti ormai irreparabili».
Non parlare delle cause degli eventi estremi sempre più frequenti e intensi, prosegue il documento firmato fra gli altri anche da Carlo Cacciamani (direttore dell’agenzia ItaliaMeteo a cui Civitacampomarano ha conferito la cittadinanza onoraria a fine 2021), «e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate. Per queste ragioni – scrivono i 100 scienziati – invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro».
Ai giornalisti si è rivolto ieri anche il Capo dello Stato, che nel suo discorso per la tradizionale Cerimonia della consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione stampa parlamentare, ha focalizzato l’attenzione sugli «eventi terribili» vissuti dall’Italia in questi giorni e «legati palesemente alle conseguenze del cambiamento climatico. Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, a Nord come al Centro come nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando appaiono sorprendenti», ha detto Sergio Mattarella. «Occorre assumere la consapevolezza», ha aggiunto, che nella lotta al cambiamento climatico «siamo in ritardo». «Occorre agire da una parte cercando di incrementare l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico: sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall’altro lato – le parole del Presidente della Repubblica – è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori».