Giuseppe Tondi, presidente di Molise Dati, che realtà aziendale ha trovato quando è arrivato al vertice nel 2019?
«Alla data della mia investitura l’azienda presentava importanti potenzialità di crescita e sviluppo, tuttavia percepibili unicamente allo stato latente, per via di un’organizzazione niente affatto allineata e palesemente incoerente con le strategie inerenti al processo di digitalizzazione delle Pa, che di lì a poco avrebbe preso il via.
Non esisteva un organigramma ben definito, non vi era un mansionario formalizzato, insisteva una ridondanza di profili dirigenziali molto costosi e assolutamente ingiustificati rispetto agli assetti organizzativi concretamente operanti, non erano presenti sistemi di comunicazione in grado di fungere da volano al cosiddetto “apprendimento organizzativo”, erano completamente assenti sistemi di gestione e controllo indispensabili per l’assunzione di decisioni ad opera della governance aziendale.
Ancor di più, non emergevano evidenze intorno ad un qualsivoglia sistema di pianificazione e programmazione delle attività concretamente adottato, anche soltanto di contenuta entità e spessore tecnico. I servizi prodotti in favore del socio unico non si arricchivano di alcuna forma di aggiornamento e innovazione e non presentavano elevati requisiti di qualità e sicurezza. Si era, a dire il vero, in presenza di un sistema socio-economico quasi del tutto chiuso, poco incline al cambiamento, in totale carenza di risorse umane concordi con proprio “core business”, inaspettatamente statico ed incapace di evolversi verso nuove frontiere competitive ed emergenti tecnologie. Inoltre, la componente umana dell’organizzazione mostrava evidenti segni di stanchezza ed anche un palpabile senso di insoddisfazione, non avendo mai ricevuto alcuna forma di incentivo nel corso degli anni pregressi».
C’era un solo informatico in organico. Quanti sono oggi e che profilo ha la Spa, società in house della Regione?
«Le risorse umane, enumerabili nel non troppo lontano 2019, ammontavano a circa 30 posizioni organizzative, di cui soltanto due presentavano una formazione e titolo di studio in campo informatico, una assunta stabilmente, la seconda acquisita con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, quindi a scadenza.
Mi parve subito evidente che una tale configurazione organizzativa non avrebbe potuto reggere all’impatto della digitalizzazione e, soprattutto, non avrebbe potuto fornire al socio unico Regione Molise servizi informatici e flussi amministrativi di qualità, soprattutto in ambito sanitario, peraltro conformi alle specifiche tecniche ministeriali e alle direttive fornite dalla Direzione generale per la Salute in ambito regionale. Molise Dati aveva bisogno di una cura ricostituente abbastanza forte, una riprogettazione della sua architettura organizzativa, sia in ambito “strutturale” che in diatesi “comunicazionale”, oltre che una rivisitazione delle sue capacità progettuali che esondasse la storica mission connessa alla elaborazione dei flussi sanitari e la desueta posizione funzionale di stazione appaltante per conto della Regione Molise.
Iniziava così, a far data dal 2020, un non facile “turnaround”, in grado di allontanare inevitabili segnali di decadimento del valore che in qualche modo la società era riuscita a capitalizzare negli anni in cui esponeva una matrice quasi esclusivamente privatistica.
Il mio iniziale dilemma fu quello di scegliere tra le diverse possibili combinazioni all’interno della geometria cartesiana che vede sull’asse delle ordinate la rigidità dei pilastri su cui si fonda l’intelaiatura organizzativa e sull’asse delle ascisse la flessibilità delle procedure comunicative e di controllo. Ciò ha comportato l’identificazione di macro-aree attinenti a gruppi di operazioni e processi effettivamente svolti, classificate come aree critiche dell’organizzazione, cui agganciare unità organizzative titolate di ruoli, compiti e mansioni, riferite alle diverse posizioni organizzative ivi attratte ed impegnate, con a capo quadri direttivi con profilo lavorativo non dirigenziale.
Nelle more di questi cambiamenti e attività di ristrutturazione, nel corso del triennio 2020-2022 e primo semestre del 2023, la Molise Dati ha provveduto ad acquisire nella sua compagine organizzativa ben otto ulteriori risorse umane di stampo informatico, pur restando invariata la sua pianta organica per effetto degli intervenuti concomitanti pensionamenti».
Come ha lavorato insieme a staff, management e Cda all’investimento sul capitale umano?
«Sento di poter affermare, in assoluta tranquillità e certezza, senza timore di essere smentito, di aver lavorato con tutte le risorse umane storicamente presenti in azienda e con i nuovi assunti e collaboratori a contratto nel corso del mio mandato, in modo assolutamente collaborativo, proattivo e scevro da ogni tipologia di conflitto organizzativo.
Al momento del mio arrivo, dopo appena qualche mese, ebbi modo di constatare ed apprezzare le professionalità presenti in azienda, spesso non adeguatamente utilizzate e sicuramente sotto incentivate, laddove, di contro, ebbi anche modo di rilevare l’urgente fabbisogno di personale con competenze informatiche di cui l’azienda necessitava. Il lavoro di valorizzazione ed incentivazione delle posizioni organizzative presenti al mio arrivo fu relativamente agevole, con ciò assicurando loro un ampio respiro motivazionale ed assoluta fedeltà al sistema.
Un lavoro più complesso fu quello di scommettere su risorse nuove, diversamente skillate, più tecnicamente dotate, quasi sempre già impegnate in altre esperienze lavorative. Potrà sembrare strano ma, nonostante le università italiane sfornino continuamente nuovi informatici, intercettare laureati in informatica e ingegneria informatica sul mercato del lavoro, con un minimo di esperienza lavorativa e portatori di skill/expertise come quelli richiesti dalla Molise Dati in fase di pubblica selezione, non è stato affatto semplice ed ha comunque comportato indagini settoriali che hanno in ogni caso richiesto tempo e dispendio di energie. Se oggi la Molise Dati ha un volto nuovo e si presenta ai cittadini molisani e alle istituzioni regionali con una nuova veste, buona parte del merito va anche attribuito a tutti i lavoratori dell’azienda, vecchi e nuovi, qualunque sia il loro livello, le annesse responsabilità e la retribuzione».
Siamo passati dai problemi registrati in un click day per le sovvenzioni Covid alla gestione con grande gratificazione in termini di accessi del sito per i risultati delle regionali 2023.
«Guardi, le dico subito che al momento del mio insediamento, la Molise Dati ospitava nei suoi locali il Centro elaborazione dati della Regione. In tale Ced venivano elaborati, a mezzo software specialistici e conservati tutti i flussi sanitari, di posta elettronica regionale, nonché quelli attinenti al sistema informativo regionale.
Ovviamente il Ced aveva una limitata capacità elaborativa, per intenderci non era paragonabile a quello della Nasa, per cui al momento in cui si aprirono le porte per far spazio alle richieste di ristoro da assegnare alle imprese per causa dell’emergenza Covid, il Ced regionale ha dovuto acquisire, assegnare il protocollo e successivamente elaborare ben circa 6.700 domande, con la procedura del click day, ovvero in non più di quattro/cinque ore a partire da quella prefissata per l’apertura del portale, con la conseguenza di un evidente rallentamento della complessiva elaborazione, che tuttavia non è andata in crash, come invece era già successo per alcuni click day di marca Inps e Inail. Molise Dati, successivamente a tutte le polemiche giornalistiche occorse su quel primo esasperato giorno di click day, dimostrò ampiamente, con numeri, statistiche ed evidenze alla mano, di aver svolto il proprio lavoro in modo egregio ed esemplare, laddove, forse la scelta di erogare i ristori alle imprese con quella tecnica si appalesò, di fatto, non del tutto adeguata alla mole di richieste che poi furono elaborate.
Ad ogni buon conto, a partire dal 2021, su precise istruzioni e direttive regionali, gli applicativi ed i dati rispettivamente gestiti ed elaborati dalla Molise Dati, furono ininterrottamente e progressivamente trasferiti in cloud, con indubbi vantaggi in termini di operabilità e sicurezza».
Qual è il segreto del successo?
«Sorrido…. Lei mi parla di successo e mi sento veramente onorato e lusingato del fatto che me lo riconosce in questa sede, senza essere mai stata in qualche modo partecipe delle mie esperienze e del mio percorso professionale. Ma onestamente ed umilmente le dico che in Molise Dati, ho fatto tutto quanto le mie conoscenze, la mia cultura, le mie intuizioni, la mia capacità di “scansionare” il futuro utilizzando gli schemi mentali e le specifiche vettoriali desumibili della “teoria dei giochi” e la mia esperienza professionale di aziendalista con circa 40 anni di mestiere sulle spalle, mi hanno permesso di fare. E ciò vale come “condizione necessaria” per poter parlare di successo.
E poi la costante presenza, l’ascolto, l’approfondimento, le dinamiche dei fabbisogni, le attitudini e le aspettative di ognuno, un mondo di idee e pensieri che, adeguatamente composti, possono rappresentare la “condizione sufficiente” per girare la chiave del successo.
Rimane ancora un fatto su cui porre attenzione. Il successo di un uomo lo devono tributare gli altri esseri umani che tale successo lo condividono o ne acquisiscono vantaggi, in termini di prestigio sociale e/o fattori economici. Il successo non è mai un evento isolato, bensì una contingenza condivisa, vieppiù dotata di intrinseca stabilità. Un successo effimero, ovvero determinato anche da una buona dose di fortuna, non può definirsi come tale. Quindi, forse il segreto del mio successo, se così lei vuole definirlo, sta nella mia vita vissuta, nei miei studi, nella mia adorabile famiglia, nei miei principi, nella mia etica, nel mio senso di giustizia sociale».
Qualche informazione in più su Molise Dati: convenzioni e “prodotti”.
«Al momento del mio insediamento come presidente della società, Molise Dati aveva una vecchia convenzione, la cui prima formulazione risaliva al 2006, di fatto mai modificata nella sua struttura giuridica, in cui erano elencati una serie di elementi convenzionali indistinti, caratterizzanti le tipologie di servizi che la società avrebbe dovuto svolgere in favore della Regione. Un calderone indifferenziato di fattispecie, in assenza di un disciplinare che quantomeno ne distinguesse gli ambiti, le finalità e le tempistiche di esecuzione.
A partire dal 2020, in perfetta sintonia con le direttive di sviluppo fornite dal socio unico, Molise Dati provvedeva ad elaborare una serie di convenzioni, di durata triennale, ben distinte nella genesi e nelle finalità, per regolamentare i rapporti con la Regione Molise, sia in ambito giuridico che in ambito economico/patrimoniale.
Nella sua qualità di “longa manu” dell’Ente proprietario, ovvero di un sistema che agisce sulla falsariga di un organo periferico della Regione, la società si dotava di una cosiddetta convenzione quadro, finalizzata al sostenimento dei costi di struttura, in assenza di qualunque derivazione sinallagmatica, vieppiù orientata a garantire la piena funzionalità dell’Ufficio.
Nella sua veste di stazione appaltante della Regione e di società fornitrice di servizi “a catalogo”, sviluppati e forniti in parte con il ricorso a professionalità interne alla società, in parte acquisiti sul mercato, soprattutto per prodotti e licenze software ad elevato spessore organizzativo, Molise Dati rilasciava due convenzioni munite di “sinallagma”, per tutti i servizi necessari all’espletamento delle finalità istituzionali della Direzione generale per la Salute, quindi per tutti i servizi sanitari con obbligo di rendicontazione ed in relazione a tutte le finalità istituzionali facenti capo alla Giunta Regionale, con altrettanti obblighi di rendicontazione. Tali servizi, individuati uno per uno all’interno di due distinti e complessi database, in accordo con le istituzioni destinatarie, venivano quotati in entrambi gli ambiti – Dgs, Giunta regionale – e successivamente approvati con delibera di Giunta.
Per quanto riguarda i numeri associati alle diverse convenzioni, ogni cittadino molisano può prenderne visione, in termini sintetici, attraverso la consultazione dei bilanci di esercizio della società pubblicati sul proprio sito istituzionale».
Consulente aziendale apprezzato in Italia e all’estero, manager in realtà di primo piano, docente. Che sfida è stata per lei la Molise Dati?
«In passato non mi è stata mai offerta la possibilità di confrontarmi con strutture pubbliche, per cui l’incarico nella Molise Dati, giunto verso la fine della mia carriera professionale, rappresentava un’avventura nuova, molto interessante, che mi incuriosiva e allo stesso tempo destava in me anche un leggero timore, dettato dal pensiero di non riuscire a portare avanti il mandato con la mia solita forza ed il mio usuale impegno lavorativo.
Appena giunto in Molise Dati, non avevo lontanamente l’idea di ciò che mi aspettasse, ben conscio di non essere un informatico e quindi tendenzialmente deficitario in merito agli “skills specifici” intrinsecamente presenti in tale tipologia di attività. Inizialmente rimasi un tantino confuso, abituato a logiche di sistema dichiaratamente privatistiche, ove le regole erano complesse, ma anche semplici da fagocitare, almeno come presupposti di base: organizzare, competere, produrre valore.
A distanza di qualche mese compresi che tali regole avevano bisogno di essere riscritte, anche in virtù della peculiarità settoriale, senza stravolgerne l’esegesi, ma adattandole alle dinamiche, principi, procedure, prassi e logiche di natura e carattere pubblico.
Ecco, se posso dirla tutta, la sfida fu proprio questa:comprendere, fin dove mi fosse concesso in relazione alla mia formazione di aziendalista, le dinamiche e le categorie di apprendimento delle scienze informatiche, precorrere ed anticipare, sempre con grande attenzione, le diverse forme di adattamento che via via si rendevano necessarie per ottemperare alle esigenze manifestate da tutti i dipartimenti e gli uffici regionali sul tema delle prestazioni a contenuto informatico, delle reti, della posta elettronica e della sicurezza, nonché sulla più ampia materia della digitalizzazione, senza deludere nessuno, in special modo il socio unico, che contava sul mio contributo professionale per ristrutturare, risanare ed aggiungere nuovo valore alla propria società di servizi informatici.
Questa fu la mia missione lo è tuttora, che credo di aver interpretato nel modo più consono alla mia educazione ed al mio sapere, nell’interesse della comunità territoriale della Regione Molise.
Sarà poi la storia che racconterà se il mio intervento è risultato sufficientemente idoneo a garantire continuità e crescita alla Molise Dati».
ritai