Sono arrivati a Campobasso ieri a mezzogiorno. In pullman dalla Sicilia, 25 migranti originari di Yemen e Sudan, sono stati affidati dai funzionari della Prefettura di Messina ai responsabili del sistema di accoglienza territoriale e ai mediatori culturali.
Otto di loro sono stati trasferiti nei centri della provincia di Isernia, gli altri suddivisi fra Rotello, Campobasso, Bojano, Campolieto e Portocannone.
Erano sbarcati, insieme ad altre centinaia di extracomunitari, a Porto Empedocle il giorno di Ferragosto. «Siamo in un momento di emergenza, si cerca di fare il possibile per accoglierli e dargli un futuro migliore», ha detto ieri la psicoterapeuta Elena Folgori dopo aver completato le prime pratiche per il gruppo di migranti giunto in Molise.
Lampedusa e Porto Empedocle, ma anche Salerno (dove è stata toccata quota 30 sbarchi), gli attracchi sulle coste sud della Sardegna, Carrara, Ortona. I porti di destinazione, indicati alle navi delle Ong in base alle nuove disposizioni del governo Meloni, continuano ad aumentare. È stato toccato in queste ore il record di sbarchi. Sono 105.483 i migranti approdati in Italia (dati al 22 agosto). Lo stesso giorno del 2022 erano 51.328. Rispetto ai numeri degli stranieri presenti nelle varie regioni il report è aggiornato al 15 agosto: in Molise erano 1.743.
Il clima fra amministratori locali e Viminale si fa sempre più teso. Ad alzare la voce sono i sindaci, molti leghisti fra l’altro, che denunciano: il sistema di accoglienza è al collasso. «Siamo nella più grave emergenza di sempre, in particolare per quanto riguarda i minorenni. Non siamo più in grado di accogliere tutti questi migranti», ha detto il delegato di Anci sull’immigrazione, Matteo Biffoni, che è anche il primo cittadino di Prato.
Al Viminale definiscono «surreale» la polemica sollevata dagli amministratori del Partito Democratico. «Lo Stato di emergenza decretato dal Governo, anche proprio per aiutare i territori a reggere meglio l’urto dell’accoglienza – sottolinea all’Adnkronos una fonte qualificata del ministero dell’Interno – è stato infatti rifiutato dalle Regioni governate dalla sinistra che hanno contestato l’esistenza di una situazione critica. In questo modo, proprio in quelle Regioni non si sono potute attivare le procedure accelerate e derogatorie per creare adeguate strutture di accoglienza. Se c’è una situazione di difficoltà, perché i governatori di sinistra non hanno aderito allo Stato di emergenza? I sindaci non si parlano con i loro governatori?”.
«Abbiamo quasi 9mila persone ospitate rispetto a questo flusso migratorio. Non abbiamo mai rifiutato nessuno, ma siamo preoccupati perché non ci sono più spazi e la situazione rischia di diventare inquietante», ha però rincarato la dose dalla Lega il presidente del Veneto Luca Zaia ieri in un punto stampa. Per il governatore, la solidarietà va erogata in maniera seria, «ma c’è il tema della sostenibilità – ha spiegato – C’è un livello oltre il quale non possiamo garantire dignità. Dobbiamo scongiurare tendopoli e mega assembramenti, tipo Cona». Zaia è tornato anche a puntare il dito contro l’Europa: «È totalmente assente in questa partita. Non può essere latitante, bisogna chiedere che scenda in campo. L’Italia non può diventare il ventre molle del continente».

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