Mentre tutta l’Italia, e probabilmente il mondo, si sta interessando, in questi giorni, della triste vicenda dell’orsa Amarena e della sorte dei suoi piccoli, l’alto Molise si concentra su un “caso” più locale.
Un esemplare di orso marsicano, probabilmente un maschio adulto, è stato infatti visto lunedì sera, quindi pochi giorni fa, proprio a Capracotta, il “tetto” degli Appennini, il cui territorio, con immense faggete in quota, è particolarmente vocato alla presenza dei plantigradi. A notare l’animale, intorno alle 21:30 di lunedì, è stato un automobilista di passaggio che ha visto distintamente l’imponente sagoma lungo la provinciale appena al di fuori del centro abitato, in prossimità dell’ingresso del Giardino della flora appenninica. In un primo momento si è pensato ad un grosso cinghiale, un verro, ma poi l’occhio dell’automobilista ha potuto notare distintamente l’animale, trovando conferma che si trattasse di un orso. Immediatamente è partita la notizia, grazie anche al tam tam sui social. Per fugare ogni dubbio sul posto dell’ipotetico avvistamento si è portato il veterinario Antonio Liberatore, un vero esperto di fauna selvatica. Lo stesso Liberatore ha trovato tracce evidenti del passaggio di un esemplare di orso: escrementi inconfondibili, ma anche arbusti di un particolare tipo di bacche di cui gli orsi fanno incetta prima del letargo, completamente ripuliti. «Si tratta – ha spiegato Antonio Liberatore, componente del tavolo tecnico del Piano attuativo tutela orso marsicano – di un esemplare arrivato presumibilmente dalla Maiella, spinto in queste zone dalla ricerca di cibo, in particolare delle bacche di ramno che maturano in questo periodo».
L’avvistamento, confermato anche dalle tracce e dagli escrementi rinvenuti, non è certo una novità per l’alto Molise. Nei mesi scorsi le fototrappole installate a Montecastelbarone dal fotografo naturalista Dario Rapino avevano immortalato non uno, bensì due orsi, di stazza diversa, dunque presumibilmente un maschio e una femmina. Non è escluso che la coppia di plantigradi abbia deciso di stabilirsi proprio nei boschi dell’alto Molise, dove ha trovato un habitat naturale particolarmente congeniale, con scarso disturbo antropico. Anche lo scorso anno un esemplare di orso venne notato, sempre a Capracotta, quella volta addirittura all’interno del centro abitato. In quell’occasione, il sindaco Candido Paglione dichiarò alla stampa: «Ho letto nei giorni scorsi su un gruppo whatsapp della probabile presenza di un esemplare di orso marsicano nel nostro territorio. Sembrerebbe, dalle notizie e testimonianze raccolte, che lo stesso si sia spinto fin dentro il centro abitato di Capracotta. Senza creare inutili allarmismi e neanche ingiustificate forme di entusiasmo, si tratta comunque di una buona notizia che, se confermata, avvalorerebbe ancora di più le nostre convinzioni sulla straordinaria qualità dell’ambiente dove abbiamo il privilegio di vivere». E all’epoca, il veterinario Liberatore, investito della questione in qualità di esperto, aggiunse: «Si è trattato di una presenza fugace di un orso marsicano che si è spinto nottetempo nell’abitato di Capracotta, lasciando escrementi lungo una strada comunale. Lo stesso sarebbe stato avvistato il giorno successivo dalle parti di Colle Cornacchia e segnalato ai Carabinieri forestali, che hanno effettuato un sopralluogo, senza rilevare segni di presenza».
Oggi invece l’ennesima conferma della presenza di almeno un orso in alto Molise. «La presenza di un orso sul territorio sta a dimostrare l’integrità e la salubrità di quell’ambiente – ha aggiunto il veterinario Antonio Liberatore – Abbiamo avuto modo di trovare, nei mesi scorsi, delle evidenti tracce di orso sulla neve, e ci sono anche delle prove fotografiche, sia pure scattate a distanza». In caso di avvistamento non bisogna infastidire l’animale, questo raccomandano gli esperti e le autorità, quindi evitando pericolosi inseguimenti in auto, colpi di clacson o accecamento con i fari. Questi comportamenti da parte degli automobilisti potrebbero causare agitazione nell’animale e magari spingerlo verso il centro abitato, con le intuibili conseguenze del caso. Diversa l’ipotesi di incontro ravvicinato, ad opera magari di escursionisti o di semplici passeggiatori: «Trovandosi di fronte ad un esemplare di orso, in ambiente naturale, bisogna mantenere la calma e ostentare sicurezza. Rimanere immobili e in silenzio, aspettando che l’orso si allontani spontaneamente». Bisogna assolutamente evitare di spaventare l’orso o di mettersi a correre, innescando un probabile inseguimento o peggio una reazione difensiva da parte dell’animale che si tradurrebbe in un attacco. È buona norma, soprattutto per gli escursionisti che si muovono nei boschi e sulle montagne, attrezzarsi con dei sonagli, delle semplici campanelle anche di dimensioni molto ridotte, che riescano a segnalare a livello sonoro la propria presenza, in modo che l’orso percepisca da una certa distanza e con anticipo l’avvicinamento di un umano e si allontani dalla zona. In altri paesi, dove la presenza degli orsi è più massiccia e anche i casi di attacchi contro umani, è obbligatorio avere in dotazione, se si è in escursione, uno spray anti orso al peperoncino, da utilizzare appunto solo in caso di attacco come efficace dissuasore. In Italia, tuttavia, questa ipotesi è da scartare, perché è vietato dalla legge portare al seguito uno spray considerato alla stregua di arma impropria. Inutile aggiungere che eventuali ulteriori avvistamenti, soprattutto in prossimità del centro abitato, devono essere immediatamente segnalati ai Carabinieri forestali contattando il numero unico di emergenza 112.