L’Istat ha ufficializzato i dati dell’andamento demografico per l’anno 2021: al 31 dicembre i residenti sono 292.150 (al 30 giugno 2023, ma il dato è provvisorio, 289.102). Quindi, in calo dello 0,7% rispetto al 31 dicembre 2020 (-2.144 individui) e dello 6,9% rispetto a fine anno 2011.
La riduzione più significativa si registra nella provincia di Isernia (851 residenti in meno pari al -7,7%) rispetto a quella di Campobasso (1.293 in meno pari al -6,6%).
Due i principali aspetti secondo l’istituto che continuano a determinare il decremento degli abitanti: la dinamica naturale (differenza tra decessi e nascite) e il saldo migratorio, entrambi negativi.
Secondo i dati forniti, il tasso di mortalità è aumentato passando dal 13,6 per mille del 2020 al 14,7 per mille del 2021. Più alto in provincia di Isernia (14,9 per mille), rispetto alla provincia di Campobasso (14,7 per mille).
11.463 gli stranieri (128 in meno rispetto al 2020), ovvero, 3,9 cittadini ogni 100 censiti. Provengono prevalentemente da Romania (25,8%), Marocco (12,1%) e Nigeria (5,3%).
In Molise vivono più donne (50,7%) che uomini. E il dato (4.124 unità in più) è dovuto alla maggiore longevità femminile. Rispetto al 2020 l’età media è passata da 47,1 a 47,8 anni. Nella provincia di Isernia risulta essere più alta (48,1 anni) rispetto a quella di Campobasso (47,7 anni).
Male – ma è scontato – il fronte del lavoro: 8mila occupati in meno rispetto al 2011 (pari al -6,3%). Il decremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto alla diminuzione sia degli occupati, soprattutto fra gli uomini (-4,0%), sia delle persone in cerca di occupazione
(-27,4%), in particolare per la componente femminile (circa 2.500 unità in meno, pari al -28,0%).
La quota più importante delle non forze lavoro è formata da 5mila percettori di pensioni da lavoro o di redditi da capitale (-12,4% rispetto al 2011), mentre risultano oltre 31mila le persone dedite alla cura della casa (+8,0%) e oltre 21mila gli studenti e le studentesse (-12,6%).
Gli indicatori relativi al mercato del lavoro per il Molise presentano valori più bassi rispetto a quelli nazionali. Nel 2021 il tasso di occupazione è del 41,4%, quattro punti e mezzo percentuali sotto il valore medio italiano, come risulta più bassa la percentuale di occupate donne (32,5% contro 37,9% dell’Italia) e degli occupati stranieri (38,7% contro 53,5% dell’Italia). I tassi di disoccupazione suddivisi per genere sono più alti delle medie nazionali, sia per la popolazione totale, sia per la sola componente straniera. Nel 2021 permane inoltre un forte squilibrio di genere: per il tasso di attività il gap è di oltre 18 punti (uomini 55,7% – donne 37,4%), mentre la distanza tra il tasso di occupazione degli uomini (50,7%) e quello delle donne (32,5%) è superiore ai 18 punti; il tasso di disoccupazione delle donne (13,3%) è di oltre quattro punti più alto di quello degli uomini (9,0%). Il divario di genere si amplia ulteriormente se si considerano i tassi della sola componente straniera: più di 19 punti nel tasso di occupazione (uomini 48,3% – donne 28,7%), più di 5 punti nel tasso di disoccupazione (uomini 18,2% – donne 23,7%).
Le due province registrano nel 2021 lo stesso tasso di occupazione (41,4%), ma quella di Campobasso presenta un maggiore squilibrio di genere (quasi 19 punti); inoltre, la provincia di Campobasso registra il tasso di disoccupazione con percentuale più alta (11,0%) rispetto quella di Isernia (10,1%) e un divario di genere leggermente più alto (4,3 punti).
Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 4,8% dei residenti; il 42,9% dei molisani ha conseguito il diploma di licenza media; il 35,7% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale; il 16,6% possiede un titolo accademico.
Le variazioni intervenute nel corso del decennio 2011-2021 non hanno avuto impatto sul numero dei comuni, che sono 136. Nove invece quelli che hanno fatto registrare un cambio di classe demografica, transitando in quella di ampiezza inferiore, e due soltanto (Ripalimosani e Macchia d’Isernia) sono transitati in quella superiore.
Tra il 2020 e il 2021 l’80,1% dei comuni ha subito perdite di popolazione. Sono invece 27 i centri dove la popolazione è in crescita (ma di pochissime unità) e tra questi il capoluogo di regione fa registrare il maggior incremento (+52 unità). In valore assoluto, le perdite più consistenti si registrano a Isernia (-223), Termoli (-169) e Agnone (-93); in termini relativi nei comuni di San Biase (-10,7%) e Castelpizzuto (-9,2%).
Sotto il profilo della dimensione demografica, nella classe dei comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti, che rappresenta oltre la metà dei comuni molisani (53,7%), l’82,2% ha registrato una riduzione di residenti, a fronte di un 17,8% che non ne ha persi.
Tornando alle cause della progressiva desertificazione, nel periodo in analisi il saldo naturale è fortemente negativo (-2.631 unità); quello migratorio è in decremento (-703 unità): soltanto in parte sono entrambi compensati da un saldo censuario positivo (+1.190 unità).
La mortalità è elevata e in aumento: rispetto al 2020 il tasso – come detto – passa dal 13,6 per mille al 14,7 per mille. Tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità è invece diminuito di uno 0,1 per mille.
A livello provinciale emerge un dato positivo (ma ininfluente): l’aumento del tasso di natalità in provincia di Isernia che passa dal 5,6 per mille del 2020 al 6,0 per mille del 2021.
Le informazioni fornite dall’Istat confermano la spaventosa crescita dei movimenti migratori internazionali: il tasso estero aumenta rispetto al 2020 (dallo 0,7 per mille al 3,1 per mille), in particolare nella provincia di Campobasso (dallo 0,8 per mille al 3,7 per mille).
La popolazione molisana presenta una struttura sensibilmente più anziana rispetto al totale del Paese. Aumenta l’indice di vecchiaia che passa da 233,1 del 2020 a 239,3 del 2021 e risulta lievemente in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: da 41,0 del 2020 a 41,7 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 141,3 nel 2020 a 143,2 nel 2021. Dagli indicatori della popolazione, la provincia di Isernia risulta quella con la struttura demografica più anziana.
Nemmeno gli stranieri riescono a porre un argine alla inarrestabile fase di decremento demografico: le 11.463 unità rappresentano lo 0,2% dei residenti in Italia. L’incidenza sugli abitati del Molise è pari a al 3,9% contro la media nazionale che si attesta all’8,5%.
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