La Fondazione Giovanni Paolo II ha trasmesso una nota ai rappresentanti sindacali e ai vertici della Regione con la quale invitano i sindacati “ad accogliere contenuti, modalità e tempi dell’accordo di solidarietà che non solo costituisce l’ultima e conclusiva proposta alternativa ai licenziamenti – scrive il direttore generale Gianfranco Rastelli -, ma consentirebbe al Centro di continuare la sua attività. La Fondazione – spiega Rastelli – non può continuare a sostenere una gestione che accumula un pesante e crescente passivo (4,2 milioni di euro nel 2012) ma intende fare tutto il possibile per mantenere in vita una struttura assistenziale di alto livello qualitativo e sociale come è il Centro di Campobasso”.
Per questo, accanto all’invito ai sindacati c’è quello alla Regione “affinché definisca la riprogrammazione della sanità molisana attraverso il Piano sanitario regionale e i conseguenti piani attuativi”.
Nel documento Rastelli ripercorre poi le varie tappe della vicenda ricordando che la struttura era accreditata e convenzionata con la Regione per 180 posti letto, ridotti però negli ultimi anni a 129. “Una riduzione tale – spiega il direttore generale – non può non avere ripercussioni sul livello occupazionale. La Fondazione, in conseguenza delle mutate condizioni gestionali, fu dunque costretta ad avviare un processo di rivisitazione di tutte le spese, visto il notevole squilibrio fra costi e ricavi dovuto al ridimensionamento delle attività, dei rimborsi e dei finanziamenti come decisi dalla Regione”.
Infine, il vertice della ex Cattolica ricorda che “ripetutamente si sono tentate strade alternative ai licenziamenti” e che nell’aprile scorso “venne concordata, sulla base di una ‘offerta’ precedentemente avanzata dai sindacati, un’ipotesi di accordo: prevedeva una temporanea trattenuta stipendiale ‘di solidarietà’, operata per un anno dalla Fondazione, ma poi da restituire al personale, dietro impegno della Fondazione a ritirare la procedura a condizione che l’accordo venisse sottoscritto anche dalla Regione Molise. La Regione però – conclude Rastelli – non ha poi assunto alcun impegno”.