“La vicenda del fermo biologico presenta degli aspetti paradossali ed è una imposizione dell’Unione Europea che non tiene in alcun conto le necessità e le esigenze dei singoli territori”: lo sostiene il direttore regionale della Confesercenti, Graziano D’Agostino, in relazione al fermo biologico sulla costa molisana che ha comportato “gravi ripercussioni per il terziario e il turismo del Basso Molise”.
La questione sarà affrontata lunedì prossimo nel corso di una riunione con il vicepresidente della Regione, Michele Petraroia, e una delegazione dell’organizzazione.
“Il fermo biologico – sottolinea D’Agostino – probabilmente non è neanche una strategia adatta per la tutela della fauna marina, ma resta il problema che a Termoli e sulla costa molisana danneggia in modo violento il movimento turistico locale e gli operatori economici del comparto. L’impossibilità di offrire pesce fresco ai turisti nel mese di agosto, momento di loro massimo afflusso, indebolisce l’intera filiera, già colpita dalla grave crisi economica attuale. Questo – conclude il direttore della Confesercenti – è totalmente ingiusto”.
Al vicepresidente Petraroia l’associazione esporrà le sue ragioni cercando di “creare un percorso condiviso con il governo regionale, anche ipotizzando misure compensative in favore dei comparti così danneggiati da questa immotivata misura normativa”.