Un paio di soluzioni operative sul tavolo ci sono per evitare la vendita all’asta dei beni della società Funivie Molise, vale a dire impianti di risalita, terreni e un albergo. Le sta valutando il governatore Francesco Roberti, legale rappresentante della Regione che è socio di maggioranza di Funivie.
«Una cosa posso già dirla, opteremo per la continuità aziendale attraverso un piano di risanamento. Comunque – assicura l’amministratore della società Fausto Parente – la stagione sciistica potrà partire perché c’è un contratto della durata di sei anni, valido anche se dovesse cambiare la proprietà. Ma sono anche certo che riusciremo a scongiurare l’asta».
L’origine dell’ennesimo paradosso che minaccia la stazione molisana, mai realmente decollata nonostante una posizione geografica invidiabile per intercettare gli amanti della neve del centrosud (e nonostante la più che cospicua iniezione di denaro pubblico da parte della Regione), sta in un debito che la società ha accumulato nei confronti del Comune di San Massimo per il mancato pagamento degli oneri connessi alle superfici sciabili. Si tratta, complessivamente, di 450mila euro. All’asta però sono finiti beni per circa 2,5 milioni. È accaduto perché San Massimo, che pure fa parte delle compagine societaria di Funivie, un paio di anni fa eseguì un pignoramento immobiliare a tutela, legittima, del proprio credito. Di fatto, finora ha già riscosso 150mila euro. Ma le cose sono andate avanti, forse una soluzione bonaria non è stata cercata o forse la vicenda è sfuggita di mano.
La conseguenza è che adesso la Regione dovrà mettere di nuovo mano al portafoglio e garantire il ripianamento dell’intera esposizione debitoria di Funivie pari a 4,5 milioni. Tecnicamente si tratterebbe di un concordato in bianco, che bloccherebbe la vendita fissata per il 22 dicembre in Tribunale a Campobasso. I dettagli però si conosceranno meglio fra qualche giorno quando, all’esito della valutazione del presidente della Regione e della struttura, si riunirà di nuovo l’assemblea dei soci.
Un primo incontro c’è stato il 27 ottobre scorso quando l’avvocato Parente ha illustrato a Roberti le opzioni possibili. Il sindaco di San Massimo Alfonso Leggieri non c’era, era impegnato a Venezia per l’Anci.
Solo qualche giorno prima si era venuto a sapere che era stata fissata l’asta senza incanto (con delegata alla vendita la commercialista Lucia Morgillo) per un albergo (625mila euro), la seggiovia San Nicola (750mila euro), la seggiovia Anfiteatro (1,3 milioni di euro), la seggiovia Lavarelle (300mila euro) e la sciovia La Piana (450mila euro). Anche gli impianti di risalita Capodacqua e Del Caprio sono compresi nel pignoramento immobiliare del Comune, ma in questi due casi non si è ancora giunti alla fase dell’asta.
r.i.

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