Nel mondo ne soffrono 422 milioni di persone, in Molise la stima è di 24mila. Ma un terzo dei potenziali diabetici non sa di esserlo. Lo scopre quando si fanno sentire le complicanze – cardiopatie, cerebropatie e problematiche di tipo oculistico – e a quel punto è tardi sia per la qualità di vita del paziente sia per la risposta in termini di assistenza che, naturalmente, costa.
Nel caso del diabete mellito, quindi, ancora più che in altri prevenire è meglio che curare. O, per dirla con la sintesi del dg Asrem Giovanni Di Santo alla conferenza stampa di presentazione della campagna avviata da Regione e azienda sanitaria insieme a Federfarma, «prevenire significa curare due volte».
Da ieri fino al 2 dicembre in Molise è possibile recarsi in farmacia (digiuni e muniti di tessera sanitaria) – per il momento sono 90 quelle che hanno aderito ma il numero è destinato a salire – ed effettuare, dalle 8.30 alle 9.30, gratuitamente il test per la glicemia. Se l’indice supera 126 si viene indirizzati ai laboratori dell’Asrem e, in caso di conferma, ai centri diabetologici.
L’incidenza in Molise è elevata, hanno confermato i referenti delle associazioni Giuseppe Ferrieri (Aniad Basso Molise) e Carmine Venditti (Associazione Giovani diabetici molisani). I bambini e ragazzi affetti dal diabete di tipo 1 (gli adulti soffrono di quello di tipo 2), seguiti dall’associazione di Venditti, sono 300. Costretti, peraltro, ad andare fuori regione perché il Molise non ha un centro diabetologico pediatrico.
Uno screening su tutto il territorio, gratuito e condotto attraverso le farmacie: è un unicum in Europa, ha dichiarato il presidente di Federfarma Luigi Sauro. Era stato portato avanti già nel 2017, per volere di Regione e Asrem. «Il meccanismo è rodato e abbiamo accettato con entusiasmo di ripetere l’iniziativa – ancora Sauro – Se anche intercettiamo un solo diabetico è un successo». Il bilancio della prima mattinata è già molto più significativo di così: 100 i test effettuati, due le persone invitate a indagini più approfondite nei laboratori dell’Asrem.
Le farmacie interessate sono soprattutto quelle rurali, che si trovano in paesini dove spesso non c’è neanche il medico di base e diventano così – sempre più – un presidio sanitario multiservizi. Il prossimo step è un accordo per la telemedicina: teleconsulto e televisita in farmacia.
Insieme al dg Di Santo, anche il direttore sanitario dell’Asrem Bruno Carabellese ha evidenziato l’importanza di scoprire prima possibile i problemi di glicemia e il ruolo strategico della comunicazione istituzionale e degli organi di informazione nella diffusione più ampia possibile della campagna di prevenzione.
Il presidente della Regione Francesco Roberti è partito da un’esperienza personale. Da 20 giorni circa misura l’indice glicemico attraverso un sensore collegato a un’app. Il monitoraggio costante gli consente di capire quali cibi fanno toccare il picco (e come intervenire quindi con un’alimentazione diversa e più mirata subito dopo). Si è anche sottoposto al test. Non ha il diabete, ma si è “attrezzato” per cogliere qualsiasi alert che consenta alla prevenzione di essere realmente efficace. «La prevenzione – ha detto – deve essere alla base di una cultura della salute che dobbiamo imparare. La salute, infatti, non è solo cura quando si arriva in ospedale, ma anche tutto ciò che si può fare prima, in termini di alimentazione e stili di vita, per non arrivarci».

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