Nel 2050 il numero di morti nel mondo causato da infezioni che resistono ai farmaci potrebbe toccare i 10 milioni nel mondo, superando il numero di decessi per cancro.
L’hanno ribattezzata la “pandemia silente”, si chiama antibiotico-resistenza e l’Italia è già molto esposta: ogni anno, oltre 11mila morti, un terzo del totale europeo.
In moltissimi casi le infezioni sono correlate all’assistenza sanitaria (le cosiddette Ica). A colpire particolarmente in ospedali e luoghi di cura in genere, causando vari tipi di infezioni, come polmoniti e setticemie, sono soprattutto l’Acinetobacter, il Pseudomonas e l’Enterobacteriaceae, un gruppo di batteri che rientra tra i 12 tipi più pericolosi al mondo secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.
Di tutto questo, e di come fronteggiare questa emergenza, si parlerà al seminario formativo e di approfondimento organizzato domani (dalle 9) alla facoltà di Medicina dell’Unimol (responsabili scientifici Alessandra Prozzo, Paola Sabatini e Massimiliano Scutellà del Cardarelli e di Asrem) e che vedrà fra i relatori Matteo Bassetti. L’infettivologo, direttore della clinica malattie infettive del San Martino di Genova, diventato negli ultimi tre anni volto noto della lotta al Covid, interverrà insieme – fra gli altri – al direttore della scuola di specializzazione in Igiene di Unimol, Giancarlo Ripabelli, alla responsabile del Risk management Gabrilla Ruzzi e al direttore della Prevenzione della Regione Michele Colitti.
«Un uso inappropriato di antibiotici ad ampio spettro in ambito sanitario ed ambientale, un ingiustificato protrarsi delle terapie antibiotiche stesse, ed una insufficiente applicazione delle norme di prevenzione della diffusione delle infezioni in ambiente ospedaliero ed extraospedaliero, hanno determinato un costante e progressivo incremento delle resistenze microbiche alla terapia antibiotica e antifungina», riassumono i promotori dell’evento scientifico. «Al fine di preservare l’efficacia degli antibiotici ancora a disposizione è necessario diffondere una nuova cultura nell’utilizzo di tali farmaci. La stewardship antimicrobica (la promozione dell’uso ottimale degli antibiotici, ndr) – aggiungono – è l’unico e innovativo criterio di approccio al problema, essa promuove l’uso ottimale degli antibiotici, fornisce indicazioni e strategie operative circa la sorveglianza e monitoraggio dei microrganismi sentinella, nonché valorizza l’attuazione di corrette procedure di prevenzione e gestione delle infezioni».