Prima di votare sul disegno di legge costituzionale a firma del senatore Magliano, il 12 dicembre 1963 l’Assemblea di Palazzo Madama ricordò il presidente degli Stati Uniti Kennedy, che era stato assassinato a Dallas il 22 novembre. Poi i parlamentari si occuparono del disastro del Vajont, infine la discussione e lo scrutinio segreto sulla proposta di istituire la Regione Molise: 240 i votanti, favorevoli 232 e otto i contrari. Cinque giorni dopo il passaggio definitivo alla Camera: 495 i sì e 41 i no.
Infrastrutture, con il collegamento fra il Lazio e la Puglia, turismo, nuclei industriali, Campobasso città capoluogo e centro dell’amministrazione: questi i punti programmatici di una classe dirigente che seppe ottenere il risultato di una lunga battaglia. La «battaglia per l’autonomia regionale che gli spiriti migliori alimentarono e che un movimento di popolo volle portare avanti», disse l’onorevole Sedati (considerato insieme a La Penna “padre costituente” senza dimenticare l’intera classe dirigente dell’epoca a partire da Carlo Vitale e Florindo D’Aimmo che furono i primi presidenti, rispettivamente della Giunta e del Consiglio). «Il Molise saprà meritare la fiducia che oggi il Parlamento gli dimostra», aggiunse.