Per Claudio Di Ruzza, apprezzato magistrato e fine giurista, è come se oggi si chiudesse un cerchio. Giurerà come avvocato (cassazionista), passando dall’altra parte della barricata. Lui preferisce dire che assumere la difesa in un processo gli consentirà «di non disperdere la professionalità e l’esperienza di questi anni».
Sono quasi 40 quelli che Di Ruzza ha dedicato alla magistratura, prima come giudicante e poi come requirente. Da oggi una pagina nuova, che affronterà con la passione di sempre per il diritto e la legalità.
Ha chiuso la carriera nell’ordinamento giudiziario da procuratore dei minori del Molise, incarico che il Csm ha affidato poi a Rossana Venditti. Tutti lo ricordano come il sostituto procuratore generale che ha istruito e vinto il processo d’appello sul crollo della scuola Jovine a San Giuliano di Puglia ottenendo, come ha sempre sottolineato, giustizia e affermazione di responsabilità. Certezza del diritto, quindi. Non “vendetta” o “punizione”. Un approccio rigoroso alla funzione di magistrato che non gli ha impedito di impegnarsi a fondo accanto ai comitati delle vittime di disastri e calamità (da San Giuliano appunto al sisma dell’Aquila, dalla stazione di Viareggio a Rigopiano) per sensibilizzare le istituzioni a cambiare le norme (processuali e non). Tra i frutti di questo lavoro, un disegno di legge e il volume “Disastri d’Italia. Vent’anni da San Giuliano di Puglia: come superare la logica dell’emergenza”, pubblicato nel 2022.
Nel 1990 per la Cedam curò un approfondimento sul nuovo processo penale. Processo che è argomento di strettissima attualità e oggetto di tentativi di riforma, insieme al diritto penale, anche adesso. In particolare, dopo la prima approvazione in Senato sta facendo discutere il ddl Nordio che abolisce il reato di abuso d’ufficio. «L’articolo 323 del codice penale è fra le norme che hanno subito più modifiche e ogni modifica è stata tesa a dare maggiore determinatezza alla fattispecie penale. Una richiesta – sottolinea Di Ruzza – che veniva dagli amministratori locali in virtù di quella cosiddetta “burocrazia difensiva” che oggi è incompatibile con i tempi imposti dal Pnrr ad esempio».
L’esigenza di chiarire meglio la fattispecie, dunque, c’è. Ma bisogna tener conto della direttiva europea di maggio 2023 sulla lotta alla corruzione. «Partiamo dai dati – ragiona l’avvocato Di Ruzza – Concretamente solo una piccola parte dei processi si conclude con una condanna, meno dell’1%. E l’abuso d’ufficio è comunque una fattispecie residuale che si configura “salvo che il fatto non costituisca un più grave reato”, per esempio la corruzione, la concussione eccetera». Detto questo, l’intento della riforma a suo parere non può essere quello di «creare vuoti di tutela ma piuttosto quello di consentire ai funzionari pubblici di amministrare con tempestività la res publica. Proprio in questa direzione il legislatore è già andato quando, nel nuovo Codice degli Appalti, ha tipizzato la responsabilità erariale, specificando puntualmente tutte le ipotesi possibili».
Nello stesso modo, è la proposta di Di Ruzza, ci si potrebbe muovere per l’abuso d’ufficio. Eliminando tout court il reato, si creerebbe un disallineamento con gli ordinamenti di altri Paesi europei e l’Italia verrebbe meno al contenuto della direttiva Ue sulla lotta alla corruzione. D’altro canto, se l’Europa chiede all’Italia di spendere in un orizzonte temporale ristretto le risorse del piano di ripresa e resilienza, i procedimenti amministrativi non possono essere ingessati dal timore dei funzionari o da processi che, anche si concludono con assoluzioni, bloccano l’iter degli investimenti. «Se l’intento è liberare il funzionario pubblico dalla cosiddetta “paura della firma” – conclude Di Ruzza – connessa al rischio di indagine, la soluzione potrebbe essere quella di delimitare puntualmente il perimetro della norma penale, tipizzando precisamente le condotte».

r.i.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.