Protestano anche i giornalisti molisani contro quella che è stata ribattezzata la “legge bavaglio”, l’emendamento a firma del deputato di Azione Costa alla legge di delegazione europea che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare fino al termine dell’udienza Gup.
Ieri mattina il sit-in organizzato da Assostampa Molise e Ordine regionale dei giornalisti davanti alla Prefettura di Campobasso. Una delegazione guidata dai vertici del sindacato e dell’Ordine è stata poi ricevuta dal prefetto.
La vertenza, ha detto il presidente di Assostampa Giuseppe Di Pietro, «non riguarda solo i giornalisti, non riguarda solo l’informazione ma riguarda i cittadini. I cittadini hanno il diritto di essere informati meglio e in tempo utile. I provvedimenti che si sono messi in campo e si stanno mettendo in campo ledono questo diritto dei cittadini e il dovere dei giornalisti di informare in maniera professionale e di qualità». Al prefetto, ha anticipato prima di salire al secondo piano del palazzo di piazza Pepe, «chiederemo che interceda sul governo».
I giornalisti, ha aggiunto il presidente dell’Ordine Vincenzo Cimino, «hanno sempre meno possibilità di esprimersi liberamente. Come Ordine cerchiamo di coinvolgere le istituzioni per realizzare una rielaborazione di tutta l’attività professionale che va dalla stessa legge istitutiva dell’Ordine alla riforma dell’accesso alla professione e dell’esame di Stato ma soprattutto a norme relative alle intercettazioni, all’equo compenso, alla legge bavaglio. Se il sindaco di una città, un qualsiasi politico venisse arrestato (con l’approvazione definitiva dell’emendamento Costa per ora passato alla Camera coi voti di centrodestra, Iv e Azione e la contrarietà di Pd, 5s e Verdi Sinistra, ndr) noi non saremmo in grado prima dell’udienza preliminare di dire il reato di cui è accusato. Quindi credo che le istituzioni debbano pensare a come renderci la vita professionale più agevole».
Intanto ieri, rispondendo proprio a un’interrogazione di Costa, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha reso noto che l’ispettorato generale del Ministero ha attivato il monitoraggio su 13 Procure della Repubblica per quanto riguarda le loro modalità di comunicazione sui procedimenti penali in corso (la cosiddetta direttiva Cartabia, ndr): Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino.