Cuore e cervello, come interagiscono e come – insieme – condizionano lo stato di salute. Colesterolo alto, elevati livelli di glicemia, ipertensione: condizioni che spingono a preoccuparsi subito del cuore ma c’è in gioco anche il cervello e con esso la mente.
Un tema cruciale per la medicina di oggi e del futuro, che il Neuromed ha voluto affrontare in un convegno scientifico che ha visto una partnership corale e di altissimo livello. Protagonisti, insieme all’Irccs, il Responsible Research Hospital, l’Asrem, l’Università degli studi del Molise e La Sapienza.
La lettura magistrale affidata al prof Giuseppe Lembo, direttore del dipartimento di AngioCardioNeurologia del Neuromed, è stata introdotta dal rettore dell’Unimol Luca Brunese.
Sulla connessione fra cuore e cervello e sulle nuove frontiere della clinica e della ricerca, il prof Lembo, a margine del suo intervento, ha spiegato che «ci sono tanti ambiti, soprattutto quello clinico, che hanno necessità di cogliere tutti gli spunti che vengono dalla ricerca sia clinica che di base che stiamo portando avanti in questi anni». Per quanto riguarda l’interazione fra cuore e cervello, ha aggiunto, questa è bidirezionale. Nel senso che «il cervello può condizionare le patologie cardiovascolari, dando un contributo nei meccanismi che determinano la malattia cardiovascolare come nell’ipertensione arteriosa, nel processo aterosclerotico, nella sincope. In tanti aspetti della patologia cardiovascolare, il cervello dà un suo contributo cruciale». Allo stesso tempo, le problematiche cardiovascolari hanno un impatto sulla patologia neurologica. «Sappiamo ormai chiaramente – così Lembo – che alcune patologie cardiovascolari e alcuni fattori di rischio cardiovascolari incidono non soltanto sugli eventi acuti, lo stroke sappiamo tutti che viene da un’eziologia vascolare, ma soprattutto su patologie più insidiose come il decadimento cognitivo, come la demenza».
Nella prima sessione di lavoro, è stato approfondito il tema del danno cerebrale nella patologia cardiovascolare. Moderatori, la direttrice della Cardiologia del Cardarelli Angela Rita Colavita e il responsabile della Sincope unit del Neuromed Alessandro Landolfi.Tra le relazioni, quella della dottoressa della Stroke unit del Cardarelli Alessia Mastrorosa.
A disegnare la cornice del contributo dell’azienda sanitaria pubblica, in apertura dei lavori, è stato il dg Giovanni Di Santo. «Il binomio cuore-cervello – ha sottolineato – ha affascinato dai tempi remoti tutta l’umanità e anche i filosofi. Lo stesso Pitagora immaginava che l’essenza dell’uomo potesse essere caratterizzata dalla intelligenza, dalla passione, dalla razionalità. La passione era allocata nel cuore, la razionalità e l’intelligenza nel cervello. Un po’ dopo, Anacleto presupponeva che la psiche fosse all’interno del sangue e successivamente Socrate e Ippocrate consentivano gli studi su cuore e cervello. Il cervello è la struttura, la mente è il substrato. Entrambi diventano tutt’uno e si sintonizzano con il cuore che ha in sé una serie di neuroni. Se vogliamo, un cervello nel cuore. Tematiche rilevanti, dunque, che danno la possibilità di andare a scoprire malattie celebro-cardiovascolari. Ma addirittura il fascino è nella possibilità di scoprire come le malattie neurodegenerative, ad esempio l’Alzheimer, possano essere preventivamente studiate con l’interazione tra questi due ordini. Bisogna riflettere profondamente su questi aspetti – ha concluso Di Santo – mentre nel trinomio Asrem, Università e privato di eccellenza, troviamo il substrato per crescere insieme e fare sicuramente bene nella sanità molisana».
Di perfusione cerebrale nella chirurgia dell’arco aortico ha discusso il prof Severino Iesu, da ottobre alla guida del dipartimento di Malattie cardiovascolari del Responsible.
Nella seconda sessione è stato approfondito il tema della malattia cardiovascolare come fattore di rischio cerebrale.
A chiudere i lavori la lettura di chiusura del prof Unimol Alfonso Di Costanzo, della prof della Sapienza Daniela Carnevale (responsabile dell’unità di Immunologia cardiovascolare del Neuromed) e le conclusioni del presidente dell’Irccs di Pozzilli Giovanni de Gaetano.

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