«Fermiamoci un attimo a riflettere. In occasione del Giorno della Memoria, proviamo a fare il conto di quante guerre ci sono nel mondo. Ogni giorno leggiamo di quanto sta avvenendo ormai da quasi due anni in Ucraina e da quasi quattro mesi tra Hamas e Israele. Ma questi due non sono gli unici conflitti nel mondo, che quotidianamente stanno generando vittime, soprattutto innocenti. Ci sono, infatti, diversi altri territori in cui si combattono guerre, soprattutto civili, come in Siria, nello Yemen, in Sudan, solo per citarne alcuni».
Così il governatore del Molise Francesco Roberti nel suo messaggio per il 27 gennaio. «Celebriamo il ricordo della Shoah, una delle più grandi tragedie che abbia mai conosciuto l’umanità, per efferatezza e crudeltà, ma in questa giornata non possiamo non riflettere su quante guerre ci siano ancora oggi in corso. Il risultato è sempre lo stesso: morte e distruzione. Possibile che gli errori del passato non abbiano permesso di costruire un futuro migliore? Serve sicuramente l’impegno e lo sforzo di tutti, affinché si possa costruire un (immediato) futuro di pace. Bisogna crederci e lottare sempre per gli ideali di pace e libertà. Non mi stancherò mai di ripeterlo: occorre parlare ai giovani, far comprender loro l’ingiustizia dell’odio e della guerra. Occorre rileggere quelle pagine di storia legate alla Shoah, al racconto di chi l’ha vissuta. La nostra speranza – ha sottolineato Roberti – può essere rappresentata dai ragazzi, che costituiranno la società del futuro. Nell’overload informativo che invade tutti noi, dobbiamo insegnare ai giovani di saper selezionare su cosa focalizzare l’attenzione. E io, oggi, dico ai ragazzi: leggete, informatevi su una delle pagine di storia più buie del ‘900, ma anche su quanto sta accadendo oggi attorno a noi, affinché ci sia un futuro in cui non ci siano più vittime innocenti».
Ha scelto una frase di Primo Levi il presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante: «L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». E ha ribadito che quanto accaduto a danno degli ebrei «deve essere un monito eterno all’uomo di ogni epoca, affinché abbia consapevolezza di quanto l’odio razziale possa corrompere, imbruttire, screditare e barbarizzare società evolute culturalmente e politicamente come quelle europee degli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso. Ciò che abbiamo registrato nel mondo, nell’occidente e in Italia proprio in questi mesi, in termini di dibattiti, manifestazioni ed espressione di dissenso rispetto al conflitto tra Israele e Hamas, e alle ragioni che lo hanno determinato, dimostra come le legittime differenti visioni o opinioni sulle ragioni storiche, politiche e religiose che vi sono alla base, possano portare in taluni casi a una sorta di revisionismo storico da cui riprende vita quell’antisemitismo che così tanti danni ha causato e rischia di causare ancora all’intera umanità».
Avere, quindi, memoria della Shoah, «delle atrocità che così largamente si consumarono, ma anche dei tanti piccoli grandi eroi, che in silenzio e in segretezza rischiarono la propria vita e quella di propri familiari per sottrarre uno o più ebrei al tragico destino dei campi di sterminio o alle violenze quotidiane, rappresenta un impegno a tutte le parti in causa sia nel conflitto a Gaza, ma anche in Ucraina e in ogni luogo dove si combatte mossi dal maligno fuoco dell’odio, affinché, pur con le singole ragioni, comprendano che l’unico modo per costruire un futuro giusto per tutti e ciascuno è perseguire la pace». Il Consiglio, dunque conclude Pallante, «tributa oggi onore e rispetto a quei bambini, a quelle donne, a quegli uomini, a quegli anziani di razza ebraica che furono vittime dell’odio razziale ingenerato dall’ideologia nazista nella Seconda guerra mondiale. Lo stesso onore e rispetto che l’Assise tributa alle vittime di ogni persecuzione razziale, religiosa, culturale, politica e nazionale di ieri e di oggi. Parimenti l’Assemblea esprime la sua ammirazione e gratitudine a tutti coloro i quali vollero e seppero, a sprezzo di ogni pericolo, opporsi in varo modi a quel folle progetto di sterminio di un intero popolo».

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