Una lettera al presidente Roberti e alla sua giunta per sottoporre alla loro attenzione un problema che sta assumendo contorni drammatici per l’agricoltura molisana: «La proliferazione indiscriminata di impianti fotovoltaici a terra rischia di compromettere per sempre la produttività dei terreni più fertili della regione con evidenti e disastrose ricadute sulla produzione di cibo, nonché l’esistenza delle aziende agricole e zootecniche, determinando in generale l’abbandono del territorio». Insomma un vero e proprio assalto ai campi più produttivi del Molise che Coldiretti vuole fermare con un provvedimento ad hoc, chiedendo al governo di Palazzo Vitale definire una mappa dei luoghi destinati ad ospitare impianti energetici, eolico e fotovoltaico.
«Ormai da mesi i nostri soci, imprenditori agricoli, operanti in varie aree della regione, stanno ricevendo offerte di affitto o acquisto per terreni da rappresentanti di società che operano nel campo della produzione di energie rinnovabili. Così – scrivono Claudio Papa e Aniello Ascolese, presidente e direttore regionale di Coldiretti – dietro il miraggio di un cospicuo quanto effimero guadagno, gli imprenditori sono invitati ad abbandonare la produzione di cibo in nome di quella energetica, installando sui propri terreni impianti fotovoltaici a terra». Spesso – rileva Coldiretti – si tratta di terreni particolarmente votati all’agricoltura di qualità e con moderni ed efficienti impianti di irrigazione ed opere di bonifica come nella Piana di Venafro.
Questo però – rimarca l’associazione – non significa non considerare l’importanza delle fonti rinnovabili ma rappresenta solo un no deciso alla diffusione su larga scala di impianti fotovoltaici a terra. Da qui il suggerimento all’utilizzo del fotovoltaico sui tetti delle strutture aziendali, soluzione chiesta anche con la petizione “Si alle fonti rinnovabili di energia senza il consumo di suolo agricolo” che, a livello nazionale, ha agevolato l’emanazione del “bando agrisolare” strumento finanziario che supporta le aziende che vogliono rendersi autonome dal punto di vista energetico senza sacrificare suolo coltivabile.
«La regione ha individuato le aree ed i siti non idonei all’installazione di tali impianti. Tuttavia – annota Coldiretti – il provvedimento è privo di qualsiasi elemento di analisi territoriale e urbanistica di confronto e questo denota, che il 100 percento delle aree agricole possa essere utilizzato per consentire l’avvio di iniziative energetiche, finendo così per sovvertire ogni opportunità di sviluppo della vocazione produttiva e paesaggistica del territorio e coinvolgendo negativamente il sistema turistico e della ristorazione, naturalmente collegato ad esso».
La difesa dell’agricoltura si inserisce bene anche nel contesto politico nazionale: appena varata dal Parlamento la legge che vieta in Italia di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare e per i mangimi animali. Una norma fortemente voluta da Coldiretti che ora alla giunta regionale guidata dal presidente Roberto chiede «di individuare i luoghi destinati ad ospitare impianti energetici, eolico e fotovoltaico, escludendo i terreni agricoli produttivi».
«Non possiamo accettare che il nostro Molise – conclude Papa – una terra che nulla avrebbe da invidiare ad altre regioni, divenga una sorta di terra di conquista dalla quale, per costruirsi un futuro i giovani debbano solo andar via, cosa che è, purtroppo, drammaticamente evidente».