È uno spettacolo vedere con quante feste, salti, rincorse tutte espressioni di sfrenato entusiasmo una bambina viene accolta dagli ospiti di un canile divenuti i suoi amici più affettuosi.
Sono tanti i bambini che desiderano avere un cane come compagno di giochi. Un compagno. Un esserino caldo, morbido, giocherellone, vivace, affettuoso, docile nel lasciarsi accarezzare e coccolare e al quale confidare i propri pensieri. Sono tanti i genitori che alla fine cedono e accade che tra i tanti regali di Natale spunti un esserino peloso, impaurito e allo stesso tempo curioso di capire cosa gli è capitato e dove ha avuto l’avventura di venirsi a trovare.
Carol, capelli biondi e un sorriso che non conosce finzioni ha cominciato sin da piccola a chiedere ai genitori il permesso di poter possedere un cane. Un interminabile lavoro ai fianchi quello che hanno dovuto subire mamma e papà, corredato da inesauribili richieste accoppiate a promesse di completa autogestione delle incombenze che l’arrivo di un animale in famiglia comporta ma, l’effetto è stato irremovibile da una parte come dall’altra. I genitori di Carol hanno cercato in tutti i modi di farle capire che un cane non è un giocattolo e l’ingresso in casa di un esserino oltre a richiedere cure specifiche impone la soddisfazione di precise condizioni esistenziali dell’animale e, il rispetto della dignità che è dovuta ad ogni essere vivente.
Un cane va accudito, pulito, portato a passeggio con la possibilità di correre e giocare per renderlo un animale felice, ubbidiente e ben integrato nell’ambito familiare. Incarichi questi che i genitori di Carol non sono in grado di assolvere per i loro impegni di lavoro. Alla fine però si è trovato un compromesso e, Carol ha ottenuto che ogni domenica come negli altri giorni di festa, vuoi che piova o splenda il sole che nevichi o soffi il vento, accompagnata da uno dei genitori, trascorre la mattinata in un canile. Ora la piccola non ha solo un cane, ne ha tanti e, conosce i nomi e le caratteristiche di ciascuno di loro che fanno a gara per essere i prescelti per la passeggiatina quotidiana. La bambina a turno riesce ad accontentarli tutti, parla con loro, gioca, porta regalini: croccantini e crocchette, insomma ha tanti amici come pure sono diventati amici dei cani e, soprattutto degli operatori che gestiscono la struttura, anche mamma e papà.
Le amministrazioni comunali, compresa quella della nostra città, nel frattempo stanno invogliando le persone a prendere in adozione un cane anche promettendo modesti incentivi economici, con lo scopo di liberare i canili dal sovraffollamento e far provare alle persone l’immenso piacere e il senso di rilassatezza che procura un animale in casa, sia che si tratti di un cane o un gatto da amare ed accudire come membro della famiglia. Gli animali ricambiano con altrettanto amore.
Se la disponibilità dimostrata dai genitori di Carol venisse presa a modello e le persone si offrissero nel prestare servizi e attenzioni ai canili si avrebbero meno strutture lager. E sì perché accade anche questo! Vi sono canili che non accolgono i visitatori, anzi li allontanano in malo modo e non soddisfano neppure le richieste di adozioni. Canili entro i quali gli animali entrano senza più uscire fin quando soccombono per fame e incuria. Le autorità hanno il dovere di vigilare ma ci sono amministratori locali che fanno finta di non vedere.
Ci stiamo impegnando tanto nel dimostrare che siamo una popolazione quieta, accogliente ed ospitale. Investiamo nel turismo usando come garanzia la bellezza del paesaggio che abbiamo attorno a noi, la tipicità come nostra più preziosa risorsa, i ritmi di una esistenza non frenetica, cibo, acqua e aria salutari. Insomma stiamo lavorando nel tentativo di garantire un futuro ai nostri giovani che oggi possiedono conoscenze scolastiche più alte di quante ne avevamo noi alla loro età. Poi irrompe la storia di una ragazzina di circa nove anni, Carol, che non ha fatto nulla di speciale se non riuscire ad ottenere ciò che il proprio cuore desidera, null’altro, che poter esprimere amore e rispetto nei confronti degli animali, i cani in questo caso e, scoprire, che il futuro è già nelle mani dei giovani che hanno sensibilità che noi adulti abbiamo perso per strada. Una colpa di cui molti di loro già ci stanno chiedendo conto.
La nostra piccola Carol è un modello ben riuscito della più famosa Greta Thunberg. Si assomigliano in quanto a caparbietà, sensibilità e il possesso di una inconscia e naturale forza interiore che le spinge ad agire a qualunque costo pur di dimostrare che ciò che esse desiderano è un capitale fatto di amore e rispetto che se condiviso diventa patrimonio di un bene comune.
Certamente, e buon per lei, non finirà sotto le luci dei riflettori mediatici però per tutti noi potrebbe rappresentare un esempio sul quale vale la pena riflettere.
Vittoria Todisco