Un passato da “sbirro”, chi l’avrebbe mai detto. Ora che Carlo Manfredi Selvaggi è stato candidato dal ministro Fitto a far parte della Corte dei conti europea, il suo curriculum è fra i più cercati e scandagliati in rete.
Così si scopre che «prima dell’ingresso nella magistratura della Corte dei conti, dal 1990 al 1997 è stato funzionario della Polizia di Stato ed ha ricoperto, nell’ambito del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, vari incarichi direttivi e dirigenziali, tra i quali si evidenziano quelli di dirigente di Divisione, di capo della Squadra Mobile e di Capo di Gabinetto del Questore in sede capoluogo di regione (Campobasso, ndr)».
Campobassano, 57 anni da compiere a metà aprile, procuratore della magistratura erariale in varie regioni (Molise, Emilia Romagna, Puglia), prima di essere chiamato a maggio 2023 dal ministro per la Coesione e il Sud a guidare la struttura di missione del Pnrr, Manfredi Selvaggi era da due anni presidente di sezione della Corte a Bari. Alla carriera in magistratura ha sempre affiancato il lavoro per il governo nazionale. Consigliere giuridico del Mef dal 2001 al 2007, vice e capo di gabinetto del ministero dei Beni culturali nel 2007 e nel 2008, dal 2008 al 2011 capo dipartimento per gli Affari regionali e poi fino al 2013 capo dell’ufficio legislativo dello stesso dipartimento. Le date indicano pressoché i tempi di Berlusconi premier, ma il magistrato molisano è stato sempre apprezzato in maniera bipartisan.
Sulla procedura seguita da Fitto però l’opposizione stavolta ha polemizzato. In particolare, il Pd con Debora Serracchiani ha presentato un’interrogazione per sapere «quali siano le ragioni per le quali per la prima volta il governo non ha inteso seguire le indicazioni della Corte dei conti in merito alla individuazione del nome come membro italiano per la Corte dei conti dell’Unione europea». E ha evidenziato che il designato si stia occupando proprio del Pnrr (incarico che dovrà lasciare una volta che sarà nominato a Lussemburgo). La prassi è che sia la Corte italiana a indicare il nome, individuandone due fra cui il governo sceglie. Erano stati suggeriti quelli di Giovanni Coppola e Maria Annunziata Rucireta). L’esecutivo italiano ha però inviato una “raccomandazione” (nell’Unione europea non è una parolaccia) per un altro nominativo.
La Corte dei conti Ue è composta da 27 membri, uno per ogni Stato che fa parte dell’Unione, con un mandato di sei anni rinnovabile. È una sorta di revisore terzo dei conti degli Stati e controllore della spesa dei fondi comunitari. «L’iter per la nomina è già passato al vaglio del Consiglio dell’Ue, ma ora dovrà esprimersi il Parlamento di Bruxelles e gli eurodeputati sono pronti a “grigliare”, come si dice in gergo, il candidato italiano», ha scritto ieri La Stampa. L’audizione davanti alla commissione Cont è prevista per il 22 febbraio. «Gli eurodeputati – ancora La Stampa – interrogheranno il candidato, dopodiché esprimeranno un parere attraverso un voto. Il nuovo giudice italiano presso la Corte dei Conti dovrebbe entrare in funzione a partire dal 1° marzo, in sostituzione del giudice Pietro Russo, al secondo mandato».

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