È bufera sull’avviso per il piano di rilevazione dei debiti commerciali della Regione (piano che andrà redatto entro il prossimo 15 maggio) deliberato dalla giunta Roberti lo scorso 29 gennaio. Si tratta di un adempimento previsto dalla legge Finanziaria nazionale che concede al Molise 20 milioni all’anno fino al 2033 per ridurre il disavanzo da 560 milioni.
«Tutti i soggetti che hanno crediti commerciali nei confronti della Regione Molise devono adoperarsi per essere inseriti in un apposito elenco per accedere a una transazione e chi non lo farà perderà il proprio credito», riassume il presidente di Confindustria Vincenzo Longobardi esprimendo sconcerto e incredulità per la procedura seguita.
La delibera, prosegue Longobardi, «interessa una moltitudine di soggetti che hanno svolto prestazioni, hanno fatturato e che aspettano solo di essere pagati dall’ente regionale». La procedura speciale prevista dalla Finanziaria del governo Meloni consente alle Regioni che si trovano nelle condizioni del Molise di chiudere i debiti commerciali con transazioni che però sono «penalizzanti per i creditori, si va dal 40% dei crediti più vecchi all’80% dei crediti più recenti. Oltre al danno – in quanto aderire a una transazione non equivale alla liquidazione del credito – lo sconcerto per la mancata diffusione della delibera regionale approvata lo scorso 29 gennaio. Gli organi regionali, infatti, si sono premurati di rassicurare i cittadini sulla copertura, da parte del governo nazionale, del debito risultante dal bilancio regionale, mentre hanno taciuto l’obbligo conseguente a coprire i debiti pregressi accumulati dalla regione Molise con la suddetta procedura, presente nella delibera di Giunta numero 48. Vista la sua straordinarietà, sarebbe infatti stato opportuno assicurarne la massima diffusione, anche attraverso altri canali, per raggiungere il maggior numero di soggetti interessati. Infatti, chi vanta un credito già fatturato con la Regione Molise, lo perderà se non si adopererà per iscriversi nell’elenco creditori e accedere alla transazione», denuncia Confindustria.
L’associazione degli industriali esprime dubbi sulla costituzionalità dell’atto. I diritti dei creditori codificati e garantiti da leggi civilistiche e fallimentari, annota in definitiva Longobardi, «non pensiamo possano essere annullati da una legge di bilancio. La nostra associazione sta valutando la possibilità di ricorrere alle vie legali per bloccare una procedura fortemente lesiva degli interessi delle imprese e dei cittadini molisani».