I 45 infermieri della Fondazione “Giovanni Poalo II” di Campobasso (struttura accreditata e convenzionata con la Regione per 180 posti letto, ridotti negli ultimi anni a 129) per i quali saranno avviate le procedure di licenziamento alla scadenza dei contratti (31 ottobre) hanno scritto al Papa. Tre pagine, nelle quali si chiede anche un’udienza per esporre quanto avvenuto nella Fondazione. “Caro Padre, siamo 45 infermieri che il 31 ottobre 2013 vedranno terminare il loro rapporto di lavoro dopo quasi 10 anni di servizio presso la Fondazione di ricerca e cura Giovanni Paolo II ex Università Cattolica del Sacro Cuore (struttura voluta fortemente dal Beato Papa Giovanni Paolo II che nel marzo del 1995 pose la prima pietra. Questa struttura che persegue finalità di promozione e tutela dell’integrità e della dignità della persona secondo i principi di carità cristiana e della morale cattolica – scrivono ancora gli infermieri – non ha avuto nessuno scrupolo ad avviare le procedure di licenziamento. Vorremmo poterLe enumerare in modo più particolareggiato ciò che è successo e succede in questa Fondazione affinché ci aiuti a risolvere tale situazione certamente non creata da chi da tanti anni ha sempre pensato a lavorare umilmente con la massima professionalità e dedizione”. Lo scorso 29 agosto, in una lettera indirizzata ai rappresentanti sindacali e ai vertici della Regione, il direttore generale della Fondazione, Gianfranco Rastelli, aveva rivolto l’invito “ad accogliere contenuti, modalità e tempi dell’accordo di solidarietà che non solo costituisce l’ultima e conclusiva proposta alternativa ai licenziamenti, ma consentirebbe al Centro di continuare la sua attività”. Nella missiva si sottolineava che “ripetutamente si sono tentate strade alternative ai licenziamenti e nell’aprile scorso venne concordata, sulla base di una offerta precedentemente avanzata dai sindacati, un’ipotesi di accordo: prevedeva una temporanea trattenuta stipendiale ‘di solidarietà’, operata per un anno dalla Fondazione, ma poi da restituire al personale, dietro impegno della stessa Fondazione a ritirare la procedura a condizione che l’accordo venisse sottoscritto anche dalla Regione Molise”. Secondo Rastelli, la Regione non ha però assunto alcun impegno in tal senso.