Era nell’aria. Adesso, per quanto non ufficiale, le sigle sindacali che stanno assistendo gli ex lavoratori Unilever lo hanno messo nero su bianco: Invitalia non è convinta del progetto di riconversione dello stabilimento di Pozzilli. E perciò sta tardando oltre ogni limite nel dare l’ok e nell’erogazione dei fondi.
Non sono chiare le ragioni della titubanza, ma dalle poche indiscrezioni che trapelano pare che l’agenzia governativa nutra dubbi sulla solidità del socio che insieme alla multinazionale vuole riciclare plastica nello stabilimento che per anni – grazie alla produzione di detersivi di largo consumo come Svelto, Coccolino e Cif – ha trainato l’economia dell’intera provincia di Isernia.
Ciò accade dopo oltre due anni dalle intese raggiunte al Ministero e ratificate, tra gli altri, dell’ex sottosegretaria oggi governatrice della Sardegna Alessandra Todde e dell’allora deputato molisano, grillino come la Todde, Antonio Federico.
Il 22 marzo 2021 la Todde affermava: «Dopo mesi di lavoro annunciamo un nuovo futuro per lo stabilimento Unilever di Pozzilli: nascerà in Molise uno dei più avanzati siti in Europa per la produzione di plastica riciclata. Unilever e Seri Plast hanno annunciato la costituzione di una partnership per riconvertire lo stabilimento attraverso una joint venture. Il progetto, realizzato insieme alla Regione Molise e con il supporto del ministero dello Sviluppo economico, creerà un futuro sostenibile per la regione, convertendo il sito e salvaguardando occupazione e indotto (400 lavoratori)».
E, ancora: «Pozzili rappresenta ciò che intendiamo per transizione ecologica e quindi non potevamo non sostenere questo rilancio industriale. Abbiamo lavorato per evitare la chiusura dello stabilimento e per individuare la migliore soluzione capace di garantire al territorio un solido futuro dal punto di vista economico, occupazionale e ambientale. Prima ci sarà una fase di consultazione sindacale per discutere i dettagli, poi si provvederà ad una graduale riconversione del sito. La riconversione si svolgerà in un periodo compreso tra i 18 e i 24 mesi».
«Lo stabilimento – sottolineava la sottosegretaria – sarà l’unico nel Sud Italia in grado di recuperare plastica riciclata post-consumo e, grazie al suo carattere innovativo, il progetto si candida a ricevere finanziamenti a supporto di un investimento complessivo di circa 75 milioni di euro. I fondi che arriveranno dalla sottoscrizione dell’accordo di sviluppo saranno utilizzati per coprire una parte delle spese utili alla creazione di impianti di altissima qualità».
«L’Italia è tra i più grandi produttori di plastica in Europa e il Mezzogiorno è privo di impianti di riciclo all’avanguardia come quello che nascerà a Pozzilli. Una quota rilevante di rifiuti plastici viene attualmente smaltita tra inceneritori e discariche, e ogni anno circa 53k tonnellate di plastica finiscono nel Mediterraneo. L’Italia ha la necessità di migliorarsi radicalmente per raggiungere i target imposti dall’UE».
«Il futuro stabilimento – concludeva Alessandra Todde – ha il potenziale per rendere Pozzilli e la Regione Molise leader nel settore dell’economia circolare in Italia e anche in Europa».
Stessa data (22 marzo 2021), anche Federico annunciava Urbi et Orbi il traguardo raggiunto, ringraziando la Todde e i portavoce pentastellati in Consiglio regionale. «Il percorso di riconversione – affermava tra le altre cose l’attuale coordinatore regionale dei 5 stelle – sarà seguito da Invitalia, durerà tra i 18 e i 24 mesi e prevede il mantenimento dei livelli occupazionali e la tutela dell’indotto, fornendo al progetto una prospettiva di medio-lungo periodo».
Federico concludeva il suo lungo intervento prendendo «atto con soddisfazione» del traguardo raggiunto e assicurando nel contempo che avrebbe «continuato a monitorare la situazione fin quando gli obiettivi non saranno realtà».
Chiacchiere. Perché terminato il mandato alla Camera, lui e nessun altro hanno inteso mettere in campo azioni a tutela degli ex lavoratori Unilever. E da quel 22 marzo di mesi ne sono trascorsi 36, circa il doppio del periodo previsto.
Cgil, Cisl, Uil e Cisal prospettano un futuro a tinte fosche. Dopo il tavolo in Prefettura di giovedì scorso, le sigle sindacali annunciano un presidio di protesta che si terrà lunedì 18 a Roma, davanti alla sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
«Tramite alcuni canali privilegiati – scrivono in una nota le organizzazioni sindacali – abbiamo saputo che Invitalia avrebbe anticipato per le vie brevi ad Unilever che rigetterà la parte progettuale di “ricerca e sviluppo” per non meglio precisate motivazioni, chiedendo addirittura una rivisitazione del progetto senza quella parte che invece lo rende innovativo a livello europeo ed unico a livello italiano».
Secondo le stesse organizzazioni, «il rigetto della parte progettuale di “ricerca e sviluppo” comporterebbe il fallimento dell’intero progetto di riconversione industriale con la conseguente esplosione di una bomba sociale ad oggi anestetizzata solo dai temporanei ammortizzatori sociali che per il 2024 sono stati garantiti dalla Regione Molise».
Un dramma dietro l’altro in una terra che più trascorrono i giorni più dimostra di non avere né i numeri né il peso politico per far valere le proprie ragioni.
Risulta quantomeno anomalo il cambio di rotta di Invitalia che, stando a quanto affermato a suo tempo da Todde e Federico, era più che convinta del progetto. Cosa è accaduto nel frattempo? Forse l’agenzia non era convinta già allora? Forse il progetto tanto decantato dai 5 stelle non aveva la valenza allo stesso conferita? Davvero Invitalia non è convinta del socio di Unilever a cui dovrebbe affidare decine di milioni di euro a fondo perduto?
Quesiti che insieme a quelli posti da Cgil, Cisl, Uil e Cisal meriterebbero una risposta. Anche dal buon Antonio Federico.
ppm