«Non abbiamo lasciato nessuno senza assistenza. Né i pazienti della provincia di Isernia che prima trattavamo al domicilio, né i bimbi che afferiscono al nostro centro di Campobasso». Respinge totalmente le accuse Stefano Petracca, presidente di Responsible che detiene il 100% di Sanstefar.
La struttura di riabilitazione, convenzionata con l’Asrem “ex articolo 26”, è finita da un paio di settimane al centro di lamentele di utenti e familiari. L’ultima in ordine di tempo, quella riportata ieri su queste colonne: l’appello della mamma di un bimbo disabile che non può più usufruire delle prestazioni di una psicomotricista. Prima, c’era stata la segnalazione relativa a nove pazienti della provincia pentra che Sanstefar non segue più per i trattamenti a casa.
I centri sono accreditati per la riabilitazione ambulatoriale e domiciliare. Accanto alla fisioterapia per adulti, la direzione ha scelto di far rientrare nel budget assegnato dall’azienda sanitaria l’assistenza per l’età evolutiva. «Non siamo l’unico centro accreditato in Molise – precisa Petracca a Primo Piano – perché in realtà non esiste un centro “ex articolo 26” pediatrico».
Nel 2021 l’ingresso della società – che ha poi acquistato anche l’ex Gemelli – nella compagine Sanstefar. La cura Responsible ha fatto bene ai centri: stipendi regolari, nuova governance e valorizzazione delle risorse professionali presenti in azienda.
Il budget, ancora le parole del presidente Petracca, è calcolato però sul fabbisogno del distretto sanitario di Campobasso. «Nel valutare come ottimizzarlo al meglio ci siamo accorti che nove dei nostri pazienti erano in cura domiciliare in provincia di Isernia, dove esistono altre strutture convenzionate più vicine e adatte ad assistere i pazienti. A ottobre scorso – ripercorre le tappe – abbiamo quindi comunicato al distretto di Isernia che quelle persone andavano prese in carico da un centro di quel territorio. Il distretto ci ha risposto chiedendoci le schede dei pazienti che noi abbiamo trasmesso. Ci sono state anche interlocuzioni fra il nostro direttore sanitario e il distretto. A distanza di cinque mesi essere additati come coloro che hanno lasciato i pazienti senza assistenza è inaccettabile. Se dal distretto ci avessero chiesto di continuare temporaneamente a fornire quel servizio per agevolare la presa in carico dei pazienti, noi lo avremmo fatto. Come abbiamo dato una mano all’Asrem per la riapertura della camera iperbarica di Larino o per l’emodinamica di Termoli».
Conferma tutti i passaggi il direttore sanitario Francesco Sforza, che dopo l’articolo di Primo Piano di ieri ha verificato anche la situazione denunciata dalla mamma del bimbo disabile utente del centro Sanstefar. «Il bambino – riferisce – è in trattamento da noi da giugno 2022 e attualmente sta facendo logopedia e fisioterapia. Di norma le prescrizioni del neuropsichiatra infantile sono multidisciplinari, riguardano due o tre prestazioni. E due continuano a essere garantite».
Nessuno dei bimbi è rimasto a casa, senza assistenza, ribadisce Petracca. Il problema riguarda la psicomotricità. A novembre è andata in pensione una psicologa. «Avevamo individuato una giovane neuropsicomotricista ma non ha superato il periodo di prova. Non abbiamo licenziato nessuno, il periodo di prova è previsto dalle norme del diritto del lavoro», chiarisce sul punto il presidente di Responsible. In servizio ora Sanstefar ha due neuropsicomotriciste e una psicologa. Poche per seguire tutti i pazienti del centro (che ha anche liste d’attesa molto lunghe). «Abbiamo 32 bimbi in lista d’attesa e a dicembre abbiamo scritto all’Asrem chiedendo un aumento delle ore o l’assegnazione ad altro centro».
La figura del neuropsicomotricista, aggiunge Sforza, è molto richiesta anche perché “rara”. In Molise solo in 17 sono iscritti all’albo. «Ci siamo rivolti anche a un’agenzia e speriamo di riuscire a trovare questo specifico professionista. Ma, ripeto, nessun bambino disabile è rimasto senza assistenza. La prestazione generale viene erogata da logopedisti e fisioterapisti. Nessuno è stato abbandonato». In queste ore, come avvenuto anche per le cure domiciliari in provincia di Isernia, l’Asrem ha avviato verifiche. «Con l’azienda sanitaria – stempera il clima il presidente Petracca – c’è un dialogo fattivo, un rapporto di collaborazione. Insieme troveremo una soluzione nel più breve tempo possibile. Ma noi non abbiamo lasciato nessuno senza assistenza da un momento all’altro».
r.i.