Un diritto alle cure negato dalla politica può essere garantito dalla legge. Andrea Greco, consigliere regionale del Movimento 5 stelle, che sabato ha promosso un’assemblea pubblica ad Agnone, ne è convinto tanto da anticipare il ricorso al Tar contro la decisione dell’Asrem che ha demedicalizzato il 118 in alto Molise. «Quando un diritto come l’accesso alle cure sanitarie viene negato, quando la governance aziendale e la classe politica rimangono sordi e insensibili alle richieste di un’intera area, quando negli occhi di anziani e genitori traspare la paura di quello che potrebbe accadere, a quel punto non resta che ricorrere alle aule di tribunale» annuncia il consigliere di opposizione che, insieme ai colleghi Angelo Primiani e Massimo Romano, si farà portavoce delle richieste dei cittadini della zona: subito misure urgenti affinché si possano ristabilire i requisiti basilari in merito al tema dell’emergenza-urgenza messa in discussione con la demedicalizzazione della postazione del 118.
Malgrado gli annunci, l’orizzonte è tutt’altro che roseo per Greco che invita a non sottovalutare la vicenda «perché se il setting assistenziale rimane questo, i medici che oggi forniscono le prestazioni al Pronto soccorso del Caracciolo, dal prossimo mese di maggio non assicureranno più la loro disponibilità, e non perché sono “cattivi”, ma semplicemente perché se dovesse accadere qualcosa rischiano in prima persona».
Insomma la demedicalizzazione della postazione locale di 118 sarebbe solo «l’ultimo colpo mortale inferto ad un territorio a cui negli anni è stato sottratto troppo sia in termini di servizi, sia in fatto di occupazione, mentre ci dicevano il contrario – rimarca Greco – mentre ci rassicuravano». Un esempio. Dal presidio di area particolarmente disagiata, negli ultimi venti anni sono andati perduti circa 200 posti di lavoro, «un vero e proprio stillicidio che non fa altro che incentivare la piaga dello spopolamento oltre a cancellare la fiducia del popolo nei confronti di chi è titolato a dare risposte concrete alla cittadinanza».
Nel frattempo però, denuncia Greco «vengono qui a parlare di droni per trasportare le provette del sangue, ci tolgono i medici nel 118, la Tac resta inutilizzabile, sale operatorie chiuse, la dialisi attende da anni un impianto di biosmosi un altro medico e tanto altro, ci hanno tolto il pediatra per poi darci il contentino mezza giornata a settimana, le analisi di notte in emergenza sono affidate al POCT una macchina che una volta funziona e una no, mentre hanno fatto fuggire l’unico dirigente medico del laboratorio analisi, che aveva solo chiesto di poter lavorare. Si aggiunga la perdita del servizio mensa, oggi gestito da un privato insieme alla mai realizzata Rsa pubblica da 50 posti mentre accreditano posti ai privati. Dobbiamo continuare a sopportare? Quanto oltre si deve spingere la pazienza dei cittadini altomolisani per accettare tutto questo? A dirla tutta, è solo grazie al coraggio dei medici, degli infermieri e del personale ospedaliero se oggi viene assicurata la continuità di tanti servizi, nonostante il disegno di smantellamento in atto».
Infine l’appello reiterato al sindaco di Agnone che è pure presidente della Provincia e dei centri dell’alto Molise a fare squadra e ricorrere al Tar perché «i servizi funzionanti sono un diritto non una concessione, né del dg Di Santo né di alcun politico. E i diritti dei cittadini non si possono barattare a ribasso accettando le scelte della direzione sanitaria».

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