Settecento euro al mese a chi si trasferisce in un centro che ha meno di 2mila abitanti per viverci e aprire un’attività, prometteva l’avviso pubblico con cui la Regione nel 2019 attivò l’intervento “reddito di residenza attiva”. La misura ebbe un grande successo e diede al Molise una risonanza internazionale (se ne occuparono infatti sia la Cnn sia il Guardian).
Seicento domande (anche dall’estero), 380 ammessi e una copertura finanziaria sufficiente per appena poche decine di loro. Ma tutto è rimasto troppo a lungo sulla carta. Tanto che con una delibera di tre giorni fa la giunta guidata da Francesco Roberti ha revocato il bando e stabilito che lo stanziamento di 977mila euro sarà riprogrammato per un altro intervento.
Il “padre” del reddito di residenza attiva, l’ex consigliere regionale Antonio Tedeschi, aveva più volte in questi anni lamentato il paradosso del mancato utilizzo di una leva che aveva dimostrato tutta la sua efficacia per ripopolare i piccoli borghi.
La procedura era di fatto sospesa dal 2022. La delibera dell’esecutivo di Palazzo Vitale rileva intanto che l’avviso non aveva tenuto conto della normativa sull’immigrazione (permessi di soggiorno).
Inoltre, «la valutazione tecnica dei progetti, preordinata alla concessione dei finanziamenti, comporta la necessità della costituzione di una commissione tecnica con professionisti esterni alla Regione Molise, con conseguente particolare gravosità economica non coerente con i principi di buon andamento ed economicità dell’azione amministrativa», c’è «incertezza del buon esito della procedura legato alle mutate condizioni socio-economiche del territorio regionale negli ultimi cinque anni a causa della plausibile perdita di interesse di molti partecipanti» e «i progetti imprenditoriali di fattibilità tecnico-economica candidati a finanziamento, elaborati nel 2019, sono da considerare ad oggi inattendibili in relazione all’andamento della congiuntura economica degli ultimi cinque anni».
Su queste basi l’avviso è stato revocato richiamando l’articolo 17 dello stesso bando: «L’Amministrazione regionale si riserva la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di revocare, modificare o annullare il presente avviso pubblico, qualora ne ravveda l’opportunità per ragioni di pubblico interesse, senza che per questo i soggetti richiedenti possano vantare diritti nei confronti dell’ente».
Contestualmente l’esecutivo ha rinviato a un successivo atto la riprogrammazione delle risorse, previa sottoscrizione di nuovo accordo con il ministero dell’Economia e delle Finanze e il ministero delle Imprese e del Made in Italy, per la realizzazione di un intervento di pari importo a valere sul Fondo preordinato alla promozione di misure di sviluppo economico per le annualità 2014 e 2016.