Il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise attende da 14 anni il suo piano (strumento di gestione del territorio previsto dalla legge quadro sulle aree protette). A denunciare la situazione di stallo 13 associazioni ambientaliste che puntano il dito contro le tre Regioni interessate.
Il Consiglio direttivo del Pnalm ha adottato il piano il 9 novembre 2010. La proposta è stata poi trasmessa alle Regioni per gli adempimenti di competenza, solo nel 2021 però si è giunti a un protocollo d’intesa e l’Abruzzo, Regione capofila, ha avviato la Vas, che si è conclusa nel 2023. In sede di valutazione ambientale strategica, si legge nell’articolato documento prodotto dalle associazioni, «cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria, hanno avuto un tempo di 120 giorni (invece dei 60 previsti dalla norma) al fine di consentire a tutti questi soggetti, i cosiddetti “stakeholders”, di poter esercitare il diritto alle osservazioni». Ne sono pervenute 54, in gran parte accolte. Dunque, il Consiglio direttivo del Parco ha adottato il piano definitivo a febbraio 2023.
Ad oggi, in Abruzzo è stato approvato in giunta ma non ancora dal Consiglio, l’iter si è fermato al termine della passata legislatura. Nel Lazio la Regione deve ancora trasmettere l’intesa ai Comuni. In Molise, rimarcano le 13 associazioni, «si è raggiunto l’apice del paradosso». Via libera dell’esecutivo Roberti e della Commissione, l’atto è arrivato in Aula, ma la vicepresidente Passarelli e l’assessore Micone hanno chiesto e ottenuto il ritorno del provvedimento in Commissione. «Diverse associazioni e comitati chiedono di essere auditi», ha spiegato Micone nella seduta di Consiglio del 19 marzo scorso.
Le associazioni firmatarie del documento (Salviamo l’Orso, Wwf Abruzzo, Lipu Abruzzo, Federtrek, Altura, Orso & Friends, Dalla Parte dell’Orso, Rewilding Appenines, Stazione Ornitologica Abruzzese, Appennino Ecosistema, Mountain Wilderness, Federazione nazionale Pro Natura e Italia Nostra Aquila) sono molto critiche. A loro dire «il governo regionale ha bocciato se stesso rigettando atti approvati, all’unanimità, dalla giunta prima e dalla Commissione poi, accogliendo, a quanto pare, le richieste di un sedicente comitato di “civici” che in modo sconclusionato e senza alcuna base giuridica, contesta il piano dopo il lunghissimo iter di osservazioni e verifiche che ha percorso e concluso». Il loro auspicio è «di poter festeggiare a breve il piano del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise adottato dalle tre Regioni nel pieno della sua forza per mantenere le promesse e le aspirazioni di chi legittimamente ha contribuito alla sua definizione attraverso gli strumenti che un lungo processo di approvazione ha messo a loro disposizione, evitando cosi che diventi anch’esso una vittima della “mafia” dei pascoli».